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Not Your Keys, Not Your Money: A Lesson Learned the Hard Way
It's one of the most recurring phrases in the crypto world.
Its meaning is quite easy to grasp: if you cannot freely dispose of what you own, then you don’t truly own it.
The reference is clearly to all those centralized systems where we can entrust, for example, our money, and which could, at any moment, decide to deny us access to what is ours for various reasons. Like the inability of the entity holding our money to meet its obligations, leading to its bankruptcy and leaving its users unable to retrieve their funds.
Personally, I know a thing or two about this, because when I first stepped into the world of cryptocurrencies I had little idea of what I was doing—or at least even less than I do now!—and I didn’t pay much attention to certain advice. My only focus was trying to accumulate as many tokens as I could, and if a reputable platform promised a nice return, it was easy for me to move my small savings there to see my portfolio grow a little faster.
Centralized platforms are often very user-friendly, with polished interfaces, useful features, and they require almost no additional knowledge: just an email and a password, and you’re ready to start earning and watch your savings grow.
Until something goes wrong...
Not your keys, not your money.
Let’s repeat that again because it’s a concept that needs to be fully understood.
The interface is sleek, the returns are high, and there’s nothing new to learn... but what happens if suddenly the feature to withdraw your funds gets disabled?
What can we do besides complain? Try to raise our voice? Against whom? A random customer support agent with no decision-making power? On social media? And if we continue to be ignored, then what? Is there anything we can do to get our money back?
The answer is no.
Maybe if we were dealing with enormous sums, we could consider taking legal action, and after years of battles, we might recover something.
But what if the costs of such action wouldn’t be worth it? What could we do in that case?
Nothing, except acknowledge a simple concept we should have listened to earlier.
Not your keys, not your money.
An important lesson
I learned it through personal and direct experience when, years ago, I let myself be swayed by enticing numbers and moved what I had earned in the crypto world at the time to a small but emerging centralized platform.
These were my assets, which included BTC, ETC, and USDT:
And this is what they would be worth today if I had retained control over what was mine, instead of handing it over to someone else:
A thousand dollars that would still be part of my small crypto portfolio today.
A thousand dollars I might have invested poorly in countless other ways and lost due to my own mistakes—not someone else’s mistake whom I wrongly trusted.
Because there was definitely an error on my part, and I am the first to acknowledge it.
Not your keys, not your money.
There it is, the mistake. Not understanding immediately that this concept is one of the foundations upon which the idea of cryptocurrency and decentralization rests.
Ignoring it could only have consequences, and, luckily for me, I learned the lesson before it could hurt me much more than it did.
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Versione italiana
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Not Your Keys, Not Your Money: una Dura Lezione Imparata
Not your keys, not your money.
E' una delle frasi più ricorrenti nel mondo crypto.
Il suo significato è molto facile da intuire: se non puoi liberamente disporre di ciò che possiedi, allora non ne sei davvero il proprietario.
Il riferimento è chiaramente a tutti quei sistemi centralizzati a cui possiamo affidare, ad esempio, i nostri soldi e che potrebbero in ogni momento decidere di non darci più accesso a ciò che è nostro per le ragioni più disparate, tra cui l'incapacità del soggetto a cui abbiamo dato i nostri soldi di far fronte alle proprie obbligazioni, con conseguenze suo fallimento e impossibilità per i suoi utenti di riavere indietro il proprio denaro.
Personalmente ne so qualcosa, perchè quando mi sono affacciato nel mondo delle criptovalute non avevo molta idea di quello che stavo facendo - o quantomeno ne avevo ancora meno idea di oggi! - e non davo troppo peso a certi consigli: il mio unico interesse era quello di cercare di accumulare quanti più token potevo e se una piattaforma dalla buona reputazione mi prometteva un bell'interesse, per me allora era facile spostare i miei pochi soldi lì, così da veder crescere il mio portafoglio un po' più velocemente.
Le piattaforme centralizzate poi sono spesso molto user-friendly, con grafiche curate, tanti funzioni comode e non richiedono di imparare praticamente niente di più di ciò che già uno non sappia: una mail ed una password e sei pronto a guadagnare e veder crescere i tuoi risparmi.
Finchè qualcosa non va storto...
Not your keys, not your money.
Ripetiamolo un'altra volta, perchè è un concetto che bisogna fare proprio.
L'interfaccia è bella, gli interessi sono alti, non serve imparare nulla... ma che succede se all'improvviso la funzione per prelevare i propri soldi viene disabilitata?
Cosa possiamo fare oltre a lamentarci? Provare ad alzare la voce? Contro chi? Una persona a caso del supporto clienti che non ha nessun potere decisionale? Sui social? E se continuiamo a venire ignorati cosa facciamo? Possiamo fare qualcosa che ci consenta di riottenere i nostri soldi?
La risposta è no.
Forse se stessimo parlando di cifre enormi potremmo provare a tirare in ballo la legge e magari dopo anni di lotte qualcosa riusciremmo a riottenere.
Ma se affrontare spese del genere non valesse la pena? Cosa potremmo fare in quel caso?
Nulla, se non prendere atto di un semplice concetto che avremmo dovuto ascoltare prima.
Not your keys, not your money.
E' così che ho imparato questa importante lezione
Io l'ho imparato tramite esperienza personale e diretta, quando anni fa mi sono lasciato convincere da bel numero per spostare quel che avevo guadagnato all'epoca nel mondo crypto su una piccola ma emergente piattaforma centralizzata.
Questi erano i miei assets, che comprendevano BTC, ETC ed USDT:
E questo è il valore che avrebbero oggi se avessi mantenuto il controllo di ciò che era mio, invece che darlo a qualcun altro:
1.000 dollari che oggi farebbero ancora parte del mio piccolo patrimonio di criptovalute.
1.000 dollari che potrei aver magari investito male in mille altri modi e perso per un mio diretto errore, e non per l'errore di qualcun altro di cui io, sbagliando, mi sono fidato.
Perchè c'è stato sicuramente un mio errore e sono il primo ad esserne consapevole.
Not your keys, not your money.
Eccolo l'errore. Non aver capito subito che questo concetto è uno dei fondamenti su cui poggia il concetto di criptovaluta e decentralizzazione.
Ignorarlo non poteva che avere delle conseguenze e, per mia fortuna, ho imparato la lezione prima che potesse farmi molto più male di così.
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