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(ITA)
Giorno diciannove.
Mio astro del cielo, ogni notte ti dedico un desiderio che spero si avveri il più presto possibile, il desiderio di poterti riabbracciare. Non immagini quanto vorrei che ci potessimo incontrare, anche con una divisoria di plexiglass che ci impedisce di poterci toccare, solo per poter rivedere ancora una volta i tuoi splendidi occhi color caramello, per esaltarmi ripercorrendo con lo sguardo le linee del tuo volto, per aver una vivida immagine del tuo corpo che viene bagnato, centimetro dopo centimetro, dalla mia umida lingua. Vorrei fossimo già sposati, sai qui dentro c’è la possibilità delle visite coniugali e non mi spiacerebbe affatto poter tornare ad accarezzare il tuo corpo, a spalmarmi su di te, i nostri corpi sudati che si raggomitolano gli uni sugli altri in una posa da dipinto, una statua che rappresenta la passione ardente e proibita. Perdona la digressione, ma si sta accumulando dentro di me una grande eccitazione, una libido che non posso scaricare su di te perché sei distante, una distanza che neanche volendo potrei colmare e questo lo rende ancora più eccitante e allo stesso tempo insopportabile; qui dentro non posso nemmeno masturbarmi, non voglio attirare le attenzioni indiscrete degli altri galeotti e, sinceramente, mi vergogno a farlo con così tante persone vicine, senza intimità, quasi come farlo in pubblico.
Le giornate continuano ad assomigliarsi, oggi come gli altri Ruben e io siamo rimasti in cella a giocare a carte, parlando del più e del meno; continua a stracciarmi a poker e sta migliorando a scala, ho paura che il mio orgoglio ne uscirà ferito tra non molto, diventando una schiappa in tutti i giochi di carte. Mi impegnerò per mantenere intatto il mio ego, magari la spunterò. Non mi ha più parlato di come sia finito qui dentro, parliamo soltanto per frasi fatte e battute; è un vero comico, per quanto lo si può essere in una prigione, ed è anche bravissimo ad imitare una delle guardie e, devo ammetterlo, la sua interpretazione ironica mi fa sbellicare dalle risate che, credimi, è un toccasana qui dentro. Abbiamo interrotto il gioco solo per andare a mangiare, il pasto è tanto ripetitivo quanto le giornate in questo posto, e l’abitualità quasi mi nausea; per fortuna c’è l’ora d’aria che mi stacca dalla monotonia, anche se non ho ancora il coraggio di partecipare alle partite di basket con gli altri detenuti, e mi piace tenere compagnia a Ruben mentre mi fumo una saporita e tossica sigarette, assaporando il dolce retrogusto del tabacco misto al catrame. Dopo l’ora in cortile siamo tornati nuovamente in cella, dove Ruben mi ha dato l’ennesima massacrata al gioco, tanto che mi sono intristito e l’ho abbandonato per oggi, dichiarando forfè; lui ha capito quanto fossi sconsolato, e mi ha dato una pacca sulle spalle come premio di consolazione dicendomi che, se volevo, poteva insegnarmi delle buone strategie per il gioco del poker, e con la mia aria abbattuta gli ho fatto un cenno di assenso col capo; quindi, attento Jeff, quando saremo di nuovo al tavolo da gioco non ti sarà tanto facile battermi come facevi sempre in passato. Staccato dal gioco, mi sono messo a sfogliare le pagine del libro che sto leggendo, uno di quelli che tu mi hai mandato, e che con tutto il cuore ti ringrazio di aver spedito. Ho letto così intensamente che non mi sono neanche accorto del tempo che scorreva ed è arrivata subito sera; infatti sto raggruppando con difficoltà i pensieri sulla carta perché tra poco il corriere sarà qui e voglio farti sapere tutto di oggi. Mi auguro che le mie frasi siano di senso compiuto, io mi sforzo di farti sapere che mi trovo bene qui dentro, ma mai quanto a casa, mai quanto sto bene tra le tue braccia. Io vorrei che tu mi venissi a trovare, ma allo stesso tempo non voglio che tu mi veda qui, nelle condizioni in cui mi trovo; sai, l’arancio non mi dona affatto. Tralascia l’ironia delle mie parole, io non sono convinto di volermi far vedere in questo stato, ma la tua immagine piano piano sta svanendo dalla mia mente e, anche se sono combattuto, vorrei che mi venissi a trovare. L’altro problema è che dovremo tenere un profilo basso se mai dovessi venire, perché qui dentro gli omosessuali non vengono trattati bene, anzi ho sentito di molte violenze su quelli come noi, ed è una cosa che mi spiace molto poterti vedere senza manifestare tutti i miei sentimenti verso di te.
Aspetto tue notizie mio astro, che brilli nei miei pensieri.
Ti amo con tutto me stesso, DG.
(ENG)
Day nineteen.
My star in the sky, every night I dedicate a desire to you that I hope will come true as soon as possible, the desire to be able to embrace you again. You don't imagine how much I wish we could meet, even with a plexiglass partition that prevents us from being able to touch each other, just to be able to see once again your splendid caramel-colored eyes, to enhance me by retracing your eyes with the lines of your face, to have a vivid image of your body that gets wet, inch by inch, from my wet tongue. I wish we were already married, you know in here there is the possibility of conjugal visits and I would not mind at all being able to go back to caress your body, to spread myself on you, our sweaty bodies that curl up on each other in a pose to painting, a statue representing ardent and forbidden passion. Forgive the digression, but a great excitement is building up inside me, a libido that I cannot release on you because you are distant, a distance that I could not even fill if you want and this makes it even more exciting and at the same time unbearable; here I can't even masturbate, I don't want to attract the indiscreet attention of the other convicts and, honestly, I'm ashamed to do it with so many close people, without intimacy, almost like doing it in public.
The days continue to look alike, today like the other Ruben and I stayed in the cell playing cards, talking about the plus and the minus; continues to tear me up in poker and is improving in scale, I am afraid that my pride will be hurt soon, becoming a suck in all card games. I will try to keep my ego intact, maybe I'll tick it. He hasn't talked to me about how it ended here, we only speak for sentences made and punched; he is a true comedian, however much he can be in a prison, and he is also very good at imitating one of the guards and, I must admit, his ironic interpretation makes me laugh with laughter which, believe me, is a cure-all here. We stopped the game just to go eat, the meal is as repetitive as the days in this place, and the habit almost sickens me; luckily there is an hour of air that detaches me from the monotony, even if I still do not have the courage to participate in basketball games with the other prisoners, and I like to keep company in Ruben while I smoke a tasty and toxic cigarette , enjoying the sweet aftertaste of tobacco mixed with tar. After the hour in the courtyard we went back to the cell, where Ruben gave me yet another slaughter to the game, so much so that I got sad and abandoned it for today, declaring forfeet; he understood how disconsolate I was, and gave me a pat on the back as a consolation prize telling me that, if I wanted, he could teach me good strategies for the game of poker, and with my downcast air I nodded to him with boss; so watch out Jeff, when we get back to the game it won't be as easy for you to beat me as you always did in the past. Detached from the game, I started leafing through the pages of the book I am reading, one of the ones you sent me, and with all my heart I thank you for having sent. I read so intensely that I didn't even notice the time that was passing and evening came immediately; in fact I am grouping the thoughts on paper with difficulty because soon the courier will be here and I want to let you know everything today. I hope my sentences are full meaning, I make an effort to let you know that I feel comfortable in here, but never as much as at home, never as well as I am in your arms. I would like you to visit me, but at the same time I don't want you to see me here, in the conditions in which I find myself; you know, orange does not give me at all. Leave out the irony of my words, I am not convinced that I want to show myself in this state, but your image is slowly fading from my mind and, even if I am fighting, I would like you to come and see me. The other problem is that we will have to keep a low profile if I ever have to come, because homosexuals are not treated well in here, indeed I have heard a lot of violence against those like us, and it is something that I am very sorry to be able to see you without showing everyone my feelings towards you.
I await your news my star, which shines in my thoughts.
I love you with all of myself, DG.