Si dice che il più forte, durante una trattativa, è colui che puoi alzarsi dal tavolo quando vuole, chiudere l'incontro e ritornare a casa senza perderci sonno la notte, e invece, la parte debole è quella che continua a voler ricercare l'accordo, accettando proposte sempre più sfavorevoli, con tanto di gambe che tremano sotto il tavolo.
E bene, l'incontro avvenuto nel sud della Scozia , domenica scorsa, il 27 luglio, è stato un classico esempio della situazione che ho spiegato prima.
Dove si è tenuto l'incontro, durato meno di un'ora?
Presso il Turnberry Golf Club, la proprietà di Donald Trump che include un hotel e i famosi campi da golf, e in cui il Presidente ha passato il fine settimana giocando a golf con i figli ed altri amici: insomma, diciamo non proprio un accordo in campo "neutro", ricorda un po' quegli episodi storici in cui gli ambasciatori vanno a disturbare il re durante la battuta di caccia.
La minaccia era semplice, e l'abbiamo sentita tutti, dal primo agosto, dazi al 30% per l'import dall'europa verso gli USA: questa quota sarebbe stata una vera mazzata, e quindi la "temeraria " Ursula Von der Leyen, con al seguito un paio di aiutanti della EU, hanno formato un'allegra armata Brancaleone per andare a scocciare il Tycoon , in Scozia, e trovare un accordo sui dazi, tra una buca e l'altra sui campi di golf.
E il fantasmagorico risultato ottenuto da Ursula è stato il 15% , un +5% rispetto al 10% messo ad Aprile di quest'anno, dopo il Liberation Day, con più la promessa, da parte EU, di comprare 250 Miliardi $ di energia dagli USA, cifra mostruosa rispetto ai 77 MLD $ comprati nel 2024.
La tecnica di contrattazione di Trump è chiara: sparare un cifra altissima per i dazi, vedere quali sono le parti più deboli, ovvero quelli che si piegano più facilmente, come gli alleati storici Giappone e Eu, e poi concedere la metà della quota proposta, sempre con la clausola di poter alzare la posta in gioco.
Confindustria aveva stimato che dazi al 30% avrebbero potuto causare la perdita di 38 miliardi di export e lo 0,8% di PIL; con il 15%, l’impatto si ipotizza intorno a metà: settori come moda, meccanica, farmaceutico, trasporti e beni di lusso risentono pesantemente di dazi così alti, basti pensare che nel 2024 gli stesso dazi erano solamente al 1,5%, e ad Aprile di quest'anno, al 10 % come ho scritto prima.
Per mettere tutto in prospettiva, ricordo che i nostri dazi verso i beni importati dagli USA sono solo allo 0,9 %, non su tutto, ovviamente, si va per categorie.
Però, c'è un colpo di scena nelle ultime ore.....
Sembra che il testo pubblicato dalla UE, sia significativamente diverso da quello annunciato da Trump, Bruxelles infatti parla di "non giuridicamente vincolante", e "ridurremo i dazi su altri prodotti", mentre Trump tuona "l'accordo è definitivo, passeranno anni prima di ridiscuterlo".
Fantastico, quindi la tecnica della EU è quella di andare in ginocchio, con il capello in mano, davanti a Trump mentre gioca a golf, e poi fare "orecchio da mercante", facendo finta di capire quello che gli fa comodo, per tornare a Bruxelles decantando i grandi risultati ottenuti.
Ma in che mani siamo finiti ?
Immagine realizzata con Grok