...intorno, sul balcone, c'erano solo mozziconi sparsi che visti da lontano ricordavano molto delle primule arancioni.
La primavera quell’anno sembrava tossica.
Si mise per terra con le gambe incrociate e accese la sigaretta che da un po’ stava facendo girare fra le dita.
Inspirava profondamente, come se l’aria non fosse soffocante.
Aveva un aspetto trasandato. Erano giorni che non metteva piede fuori casa. Erano giorni che il suo unico pensiero fosse quello di trovarsi nel posto sbagliato.
"È pronta la cena?"
"Non ancora!"
"Bene. Oggi ritorno da te."
Disse fra se e se chiudendo gli occhi.
...
"Buongiorno piccola. Scusa se ti ho svegliata, ma sono in ritardo per andare a lavoro. Ti preparo un caffé?"
"Ehi...buongiorno... mi eri mancato..."
Si strofinò gli occhi e guardò l’ora. Erano le 7 del mattino. Si mise su una maglietta bianca di cotone che le arrivava fino alle ginocchia, prese gli occhiali che aveva poggiato sopra il comodino, e si alzò dal letto in punta di piedi.
"Non era il tuo giorno di recupero oggi?"
Disse, tenendo fra le mani una tazza piena di caffè latte che quando la avvicinava al viso le si appannavano gli occhiali.
"Mi hanno chiamato dal lavoro, uno dei ragazzi non si sentiva bene, devo sostituirlo."
"Poverino, ma proprio oggi che volevamo andare al mare! Che peccato."
"Già, ma non preoccuparti, domani sei ancora a casa no? Promesso che ci andiamo!"
Revig aveva 28 anni. Viveva con il suo ragazzo e i loro due gatti in una piccola villetta di provincia, a 30 minuti dall’ ospedale dove da 3 anni stava proseguendo la specializzazione in Malattie infettive e Tropicali.
Fuori dalla casa c’era un piccolo giardino circondato da alberi da frutto.
Di sera, in primavera, si sedevano sul terrazzo a bere un bicchiere di vino e a sentire in silenzio il vento proveniente dal mare.
"Senti ,che ne dici se stasera usciamo fuori a cena?"
"Certo, perchè no? Dimmi cosa ti andrebbe così prenoto."
"Mmm, propongo di andare a mangiare..."
...
"La pasta! È pronta! Fila dentro!"
Aprii gli occhi.
"Arrivo, arrivo, non urlare!"
Erano le 20.
Si alzò malvolentieri, si tolse via la cenere che era caduta sopra la felpa, ed entrò a casa.
Revig aveva 28 anni.
Viveva in un condominio del centro città.
Era fuori corso da anni e lavorava come commessa di fine settimana in un centro commerciale.
Spesso si trovava nel posto sbagliato...