Dal 24 Novembre a Dubai si stanno disputando gli incontri per il campionato mondiale di scacchi tra lo sfidante il russo Ian Nepomniachitchi e il fortissimo campione del mondo in carica il norvegese Magnus Carlsen.
Le prime 5 partite delle 14 previste a tempo lungo si sono concluse in parità.
La cosa non stupisce più di tanto, la teoria degli scacchi, grazie anche all'ausilio dei computer sulle linee di gioco principali, si è evoluta ad una profondità tale che se non si commettono errori la patta è quanto meno assicurata.
Questo fa sì che a certi livelli la strategia principale sia prima di tutto quella di non perdere; che daccordo, farà anche di loro dei giocatori formidabili, ma uccide l'aspetto romantico ed estetico che fa degli scacchi, uno degli sport più belli del mondo.
Alla fine un vincitore ci sarà, anche per la modalità in cui è strutturato il torneo, che prevede l'abbassamento del tempo di riflessione dopo la 14a partita se il risultato dovesse essere ancora in parità. Non sarà tuttavia il giocatore più forte a scacchi a vincere ma quello con la maggior resistenza mentale.
Per la cronaca, ho giocato a scacchi tantissimo fino ai 20 anni. Abbandonato per motivi di lavoro e tempo, l'ho riscoperto a 54 anni durante le noiose giornate di lockdown 2020, quando ho ripreso a giocare online su Lichess.org e Chess.com. Sono molto più scarso di un tempo, il che è normale visto che come in tutti gli sport la gioventù fa la differenza, ma mi diverto ed è un buon modo per mantere attiva la mente.