Come il cacio sui maccheroni: la presente edizione #untobisunto è un vero e proprio invito a pubblicare scrittura creativa😆 (volendo, lo sarebbe pure per pubblicare un altro videoslide con il suono del mio violino, ma purtroppo non ho il tempo materiale anche per un'altra di queste creazioni e me ne spiace). Ovviamente uso un netbook (fosse linuxiano, fosse ambiente Winzozz🤣), dato che scrivere testi lunghi in un telefono è un vero e proprio martirio, per non parlare poi del fatto di essere cecata come una talpa: insomma, da vicino non vedo un cavolo senza apposite lenti per il grande schermo, mentre per guardare il microscopico schermo di un cellulare e la sua ancora più microscopica tastiera mi ci vanno proprio le multifocali, se no sto fresca😂. Scrivere di getto o pianificare? Uno e l'altro. Solitamente comunque pianifico, specie quando si tratta di interi e-book (che nei pay to write pubblico a puntate), ma i capitoli estemporanei e magari pure racconti fuori piazza per un concorso al quale mi capita di partecipare li butto giù di getto. Come nascono? Ihhh, si dice il peccato, ma non il peccatore😁:
Ps.: tenor GIF dell'apposito tool PEAKD
Ok, scherzo, diciamo che innanzi tutto mi è di ispirazione la mia letteratura preferita dei grandi classici (Orgoglio e Pregiudizio di zia Jane in cima), dei legal thriller (del tipo Il Testamento di John Grisham), gialli tout court (il mio preferito: Assassinio sul Nilo di zia Agatha), il neorealismo di Italo Calvino (quanto amo il suo Marcovaldo😅), il genere sci-fi di Asimov (L'Uomo Bicentenario, anche se qui preferisco di gran lunga il film, che Asimov mi perdoni😆😅😂🤣), ma mi capita ben volentieri di attingere pure dalle realistiche crudezze della vita reale (anche se qui, occhio: ogni riferimento a luoghi e persone reali è puramente casuale) dell'attuale periodo storico di questo travagliato terzo millennio, come per le vicende civitesi di Secondina e Mimmo, i due protagonisti principali dell'attuale sezione delle mie CRONACHE DI CIVITOPIA. Ma ora bando alle ciance e via con la pubblicazione prima del cap. XVIII del mio e-book n.7 e poi dell'ultima puntata del dilemma del distributore di caffè.
Dimenticavo: nel caso del mio e-book n.7, in doppia lingua spagnolo-italiano, i riferimenti provengono direttamente dalla Bibbia, primo libro del profeta e giudice Samuele (dove si narra la vicenda di Abigail, Nabal e Davide) e dalle mie conoscenze della cultura ebraica (che servono a spiegare i perchè e i per come dietro le quinte). Questo e-book vorrebbe innanzi tutto costituire un legato anche per quando non ci sarò più, ma non a beneficio della mia memoria, quanto a beneficio e benedizione per chi leggerà. Inizio a postare il cap. XVIII della storia di Abigail.
ESPAÑOL
ABIGAÍL LA SABIA: UNA MUJER FANTÁSTICA: capítulo XVIII
La princesa Mical no había seguido a David en su huida. Abigaíl apenas podía imaginar el motivo, aunque sin dar nada por sentado. Por supuesto, había que tener en cuenta que, al ser una princesa, siempre había vivido rodeada de comodidades, aunque la corte de su padre, el rey Saúl, no pudiera compararse con las fastuosas moradas de los reinos vecinos y lejanos. Huir podía significar tener que adaptarse a vivir en condiciones de estrechez o, en cualquier caso, a una existencia bien lejos de las comodidades de un palacio, por modesto que fuera ese. Sin embargo, David no se quedó solo en su huida: más de cuatrocientos hombres que se convirtieron en sus soldados decidieron seguirlo. Y como las leyes que regían la vida de los reyes diferían de las reservadas a los súbditos, a un rey se le permitía tomar más de una esposa. Así que David, que un día llevaría la corona del reino de Israel, se había casado durante su huida con Ahinoam de Jezreel. Ahinoam no era una princesa, pero un rey judío podía casarse tranquilamente con mujeres del pueblo, además de con las viudas de los soldados que habían muerto defendiendo el reino, para cuidar de ellas. En el caso de Ahinoam, David se casó con ella porque estaba agradecido a su padre, habitante de Jezreel, que le había dado refugio durante su huida.
Ps.: imagen Pixabay free que encuentran aquí: https://pixabay.com/es/photos/torah-hebreo-hebrew-tor%C3%A1-yeshua-2902754/
ITALIANO
Una saggezza non comune: il dono di Abigail cap. XVIII
La principessa Mical non aveva seguito Davide nella fuga. Abigail poteva appena immaginare il perchè, sia pure senza dare nulla di per scontato. Certo, c'era forse da considerare che trattandosi di una principessa, aveva sempre vissuto circondata di comodità, per quanto la corte di suo padre, il re Saul, non potesse paragonarsi alle fastose dimore dei regni vicini e lontani. Fuggire ben poteva significare il doversi adattare a vivere nelle ristrettezze o comunque a un'esistenza priva dei conforti di una reggia, per quanto modesta. Davide comunque non venne lasciato solo nella sua fuga: oltre quattrocento uomini che divennero suoi militari avevano deciso di seguirlo. E poichè le leggi che regolavano la vita dei re differivano da quelle riservate ai sudditi, a un re era consentito prendere più mogli. Dunque Davide, che un giorno avrebbe indossato la corona del regno di Israele, durante la fuga aveva sposato Achinoam di Jezreel. Achinoam non era una principessa, ma un re ebreo poteva tranquillamente sposare donne del popolo, oltre alle vedove dei soldati che fossero morti per difendere il regno, per prendersi cura di loro. Nel caso di Achinoam, Davide l'aveva sposata perchè grato verso suo padre, abitante di Jezreel che gli aveva dato rifugio durante la fuga.
Ps.: immagine Pixabay free che si trova qui:
https://pixabay.com/es/photos/torah-hebreo-hebrew-tor%C3%A1-yeshua-2902754/
CRONACHE DI CIVITOPIA: ESTEMPORANEO VIII
Al manicomio comunale: il dilemma della macchinetta atto quinto
Ora, Mimmo conosceva piuttosto bene Secondina, a seguito di oltre un anno in cui avevano lavorato e seguitavano a lavorare gomito a gomito. La sua collega era simpatica, amichevole e alla mano, sebbene non potesse certo definirsi una bellezza, specie trattandosi di una donna vicino ai sessantacinque come lui. Ricordando gli articoli pubblicati dall'amministratore del suo forum preferito brulicante di incel, questi riteneva che la senilità in una donna iniziasse a partire dai ventitrè anni di età* e la maggior parte degli utenti gli andavano dappresso. Si, sicuro. L'uomo invecchia molto più lentamente rispetto alla donna. E invecchia meglio, molto meglio. Ciononostante, a differenza di Mimmo, Secondina conservava ancora i capelli, sebbene non brillassero, seppure la sua compagna di lavoro aveva finito per ritrovarsi con il fisico appesantito dall'età, mettendo su chili di troppo. Come anch'egli del resto. Anche il girovita di Mimmo lasciava parecchio a desiderare e l'anziano dubitava fortemente di essere invecchiato meglio della sua collega, quando si guardava allo specchio. Dopotutto, quelli come Mimmo e Secondina che avevano trascorso parecchi decenni in povertà relativa per poi ritrovarsi risucchiati nel girone della povertà assoluta, prima che il sindaco Malinverni li salvasse, non avevano mai avuto modo di curare il fisico nè il viso e men che meno i capelli, neppure in gioventù. Entrambi si portavano addosso i segni di una vita sofferta. Mimmo non andava in brodo di giuggiole alla vista di Secondina, ma quante volte la collega non gli aveva porto un orecchio attento? Quante volte non lo aveva incoraggiato a non abbattersi? A differenza delle sue nuove discutibili conoscenze del suo forum preferito, nel quale trascorreva gran parte dei suoi momenti liberi e pure i due giorni a settimana di riposo che gli toccavano. Vagamente ricordava delle caratteristiche di un uomo virtuoso e di valore che i defunti genitori gli elencavano. Offrire sia pure di quando in quando un caffè a una collega di lavoro, specie a un'amica che non gli aveva mai negato una spalla su cui piangere, era considerato una sorta di dovere civico da suo padre e sua madre. Ma ora? Nel forum si affermava in continuazione che una donna che non poteva permettersi di puntare in alto, e naturalmente era ovvio e lampante che nessun bellone benestante si sarebbe mai fidanzato con Secondina, prima o poi avrebbe finito con l'arraffare quel che vi fosse nei paraggi in fatto di moneta. Possibile che se le avesse pagato un caffè, la collega avrebbe iniziato a farsi illusioni sul suo misero portafogli? Anche Secondina, come le opportuniste che tanta paura facevano ai suoi compagni di sventura incel? Dalle impressioni che aveva su di lei, non sembrava affatto. Nè sembrava minimamente ansiosa di puntare in alto per una relazione sentimentale, anzi, non pareva proprio cercarne una, neppure puntando in basso.
Mentre Mimmo si spremeva le meningi sul da farsi e sudava freddo perchè qualunque decisione presa davanti alla fatale macchinetta del caffè poteva sempre essere quella sbagliata, Secondina, con tanto di nonchalanche, inserì tre civis nell'apposito spazio. Scelse il caffè d'orzo, premurandosi di inserire l'opzione low sugar e attese l'erogazione. Mimmo rimase a bocca aperta, senza parole. Secondina non sembrava affatto aspettarsi che le venisse offerto alcunchè.
-Che fai, Mimmo? Non dovevi prendere il caffè?
-Ah? Ah...si...certo...ero...meditabondo...
-Senti, se non hai monete, ce le metto io per te.
-Eh? Cosa?
-Per una volta, mica divento più povera- rise la donna.
Secondina non aspettò che Mimmo terminasse di tergiversare e inserì altri tre civis nel distributore.
-Su, avanti, prendi pure quello che vuoi.
Tanto lo stupore di Mimmo, che per errore premette il tasto del tè invece del caffè. Insipido, perchè si scordò pure dello zucchero.
Ps.: ancora una volta il particolare d'immagine dispenser di bevande calde creata con Microsoft Bing, la stessa dei quattro episodi precedenti perchè questo è il quinto atto. Link di Bing generatore immagini:
https://www.bing.com/images/create?FORM=GENILP
*Pure questo vorrei fosse uno scherzo, ma purtroppo non lo è. Per taluni gruppi incel (sempre considerando il significato che incel ha acquisito nel tempo e non il significato di origine) è tutto vero: una donna può essere considerata giovane soltanto durante l'adolescenza e nei primi anni dell'età adulta, fino ai ventitrè, massimo venticinque anni (il bello è che quell'età lì non si ha mica terminato ancora di studiare o mica si può certo pensare di metter su famiglia a quattordici anni, magari pure con un trentacinquenne, perchè se no la giovinezza poi vola via). Non discuto sul fatto che l'uomo invecchia più lentamente e molto meglio perchè non soggetto a menopausa, ma la realtà va guardata in faccia. Le donne di una volta che si sposavano a quattordici anni erano solitamente afflitte dall'analfabetismo (ma pure gli uomini, dato che studiavano soltanto i ricchi e i facoltosi, se per questo) e dunque non correvano dietro ad alcuna carriera universitaria (per forza, dato che non terminavano neanche le elementari). E vabbè...