ITALIANO
Gli articoli su questo specifico argomento hanno il precipuo scopo di illustrare alcuni aspetti giuridico-amministrativi brasiliani.
I diritti quesiti consistono in un istituto giuridico nato esattamente per tutelare chi è vittima degli eventi. Chi incolpevolmente incappa in circostanze che fanno perdere il fondamento su cui si basa un diritto in precedenza acquisito, in base appunto ai diritti quesiti, ha diritto di mantenere la posizione corrente in cui si trova. Nel presente caso, quella di risiedere legalmente in territorio brasiliano anche se ha perduto il fondamento su cui si basava l'emissione del visto per ricongiungimento familiare, vale a dire la costanza di matrimonio. I diritti quesiti, infatti, vigono anche in America latina (dopotutto, il diritto qui è allegramente scopiazzato dai paesi appartenenti al sistema di civil law europei), ma in Brasile il calpestarli sembra essere lo sport nazionale preferito di questo o quel burocrate e di questo o quel tribunale. O meglio, sembrava: infatti, quantomeno da quando è scoppiata la pandemia, non si può più cacciar via nessuno dal paese, per via delle restrizioni riguardanti gli spostamenti e soprattutto i viaggi internazionali e intercontinentali). Ma prima della pandemia, la quasi totalità dei ricorsi contro l'annullamento del visto per ricongiungimento familiare veniva respinta. Sul Diario Oficial da União (l'equivalente alla Gazzetta Ufficiale italiana), ho letto di soli tre ricorsi accolti su centinaia respinti. Eppure, anche un divorziato o un separato, così come chiunque altro, una volta che ha risieduto stabilmente in un paese estero, vive circostanze consolidate. Specie se si è sistemato in un'abitazione di sua proprietà, svolge un'attività remunerata (per lo più in proprio, dato che come illustravo tempo fa nei primi articoli di questa serie, è pressochè impossibile che un'azienda assuma non nativi brasiliani) e movimenta uno o più conti bancari. Qualora non lavorasse, magari vive di rendita, sia pure molto modestamente (qui è possibile sia pure a fronte di un capitale modesto, a certe condizioni che illustrerò una volta esaurito l'argomento diritti quesiti). Dunque non può essergli formulata l'accusa di voler vivere a sbafo del governo (e la cosa qui non è neppure fattibile, tra l'altro, perchè i vari sussidi destinati agli indigenti e ai bassi redditi sono erogabili unicamente ai cittadini). Quantomeno, sarebbe coerente accordare al divorziato e al separato tempistiche congrue alla vendita di una casa. Vale ricordare, infatti, che i diritti quesiti, giuridicamente, prevalgono sulla legge migratoria. La filippica va avanti.

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ESPAÑOL
Los artículos sobre este tema específico tienen como objetivo principal el de ilustrar algunos aspectos que se refieren a la aplicación práctica de algunas leyes brasileñas.
Los derechos adquiridos consisten en un instrumento jurídico creado precisamente para proteger a las víctimas de los eventos. Alguien que involuntariamente es víctima de circunstancias que le quitan la base sobre la que se asentaba un derecho previamente adquirido, tiene derecho a mantener la posición actual en la que se encuentra. En el presente caso, la de residir legalmente en territorio brasileño, aunque haya perdido la base sobre la que se expidió la visa de reagrupación familiar, es decir, la constancia del matrimonio. Los derechos adquiridos, de hecho, también están vigentes en América Latina: al fin y al cabo, las leyes aquí se copian alegremente de los países pertenecientes al sistema de civil law europeo. Pero, pisotearlos parece ser el deporte nacional favorito de tal o cual burócrata y de tal o cual tribunal en el Brasil. O más bien lo parecía: de facto, al menos desde el estallido de la pandemia, no se puede sacar a nadie del país, debido a las restricciones, especialmente a los viajes internacionales e intercontinentales. Pero, antes de la pandemia, casi todos los recursos contra la cancelación de las visas de reagrupación familiar se rechazaban. En el Diario Oficial da União (el equivalente a la Gazzetta Ufficiale italiana), leí que solo tres recursos prosperaron, entre los cientos rechazados. Sin embargo, incluso un divorciado o un separado, como cualquier otro, una vez que residió permanentemente en un país extranjero, vive bajo circunstancias establecidas. Sobre todo si se instaló en una casa de su propiedad, trabaja (la mayoría de las veces por su cuenta, ya que, como dije hace tiempo en los primeros artículos de esta serie, es casi imposible que una empresa contrate a no nativos) y posee una o varias cuentas bancarias. Si no trabaja, puede vivir de inversiones, aunque muy modestamente (aquí es posible incluso contando con un capital modesto, bajo ciertas condiciones que ilustraré una vez que haya agotado el tema de los derechos adquiridos). Por lo tanto, no se le puede acusar de vividor a costas del gobierno (lo que aquí no es viable, por cierto, debido a que los diversos subsidios para los indigentes y los bajos ingresos nada más están disponibles para los ciudadanos). Como mínimo, sería coherente dar a los divorciados y separados un plazo razonable para vender su casa. Cabe recordar, de facto, que los derechos adquiridos prevalecen legalmente sobre la ley migratoria. El papeleo continúa.

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