Ciao Hivers,
oggi ho piacere di farvi scoprire uno strumento musicale straordinario e poco conosciuto.
Si tratta di uno strumento indiano utilizzato per lo piu nella composizione di musica classica hindustana ed esecuzione di raga.
Monta 4 corde principali e altre 15 di risonanza.
Sono proprio queste 15 corde, che non vengono mai suonate direttamente dall'esecutore, a garantire a questo strumento di emettere delle armoniche meravigliose e un suono davvero bello e coinvolgente.
La sua attuale forma è una rivisitazione di due strumenti che lo hanno preceduto, il dilruba e prima ancora il taus che si presenta decisamente piu grande rispetto l'Esraj, ma di notevole impatto estetico.
Da ascoltatore di musiche etniche e new age, conoscevo gia da tempo il melodico canto di questo strumento ma mai avrei immaginato di poter provare a metterci su le mani e per di piu, "suonare" un violino senza nemmeno avere le piu basilari nozioni.
L'occasione è arrivata quando ho trovato un annuncio di vendita in rete a cui fortunatamente non ho saputo resistere.
Lo strumento che in foto appariva piuttosto datato, era abbastanza ammalorato, presentava delle brutte crepe nella parte bassa della cassa di risonanza e la pelle, che in questo strumento serve da piano armonico, sembrava molto secca e installata grossolanamente, anche se la sua rigidità contribuiva comunque a mantenere salda la struttura in legno danneggiata.
Il ponticello, anziché poggiare direttamente sulla pelle, era stato posizionato su una piccola tavoletta nel tentativo di sollevare il ponte ed evitando cosi, che le corde sfiorassero il primo tasto.
Felicissimo di possedere questo strumento, mi metto subito alla ricerca di informazioni per tentare di restaurarlo.
Scopro che avevano montato una pelle di capra, di quelle che si usano per i djambe, quindi, una pelle troppo spessa e non quella propriamente adatta che è di vitello e che inoltre segue una lavorazione particolare, al punto da conferirgli morbidezza elesticità e un bellissimo colore bianco.
Nell'attesa di ricevere la pelle e corde, e smontate le vecchie corde palesemente ossidate, rimuovo anche la pelle per accedere alla parte crepata della cassa di risonanza.
Scopro che l'intero manico è cavo al suo interno, infatti alcuni strumenti, montano in corrispondenza del ponte superiore, un accessorio, una sorta di campana che funge appunto da ulteriore propagatore del suono.
Sembrerebbe quasi un sitar in versione ridotta.
Mi dedico alla pulizia dei residui di pelle e colla sul corpo dello strumento, prima ammorbidendo con un panno umido, poi passando delicatamente una stecca di quelle che si usano per stuccare. Lasciato asciugare, ho passato una carta vetrata molto fina. Non meno importante è stata la lucidatura dei tasti, anch'essi molto ossidati e scuriti dall'azione del tempo.
Infine, per evitare brutte sbavature nell'incollaggio della nuova pelle, ho applicato del nastro carta sul bordo esterno in modo da lasciare circa un cm per un ottimo ancoraggio della pelle.
Le crepe sono importanti e peggio, sono proprio sul punto dove tutte le corde convergono, quindi dove lo strumento riceve uno sforzo notevole.
Ricompongo i pezzi che fortunatamente si riadattano tra loro con colla vinilica, aggiungo due piccole asticelle per dare piu solidità alla zona danneggiata e lascio il tutto coi morsetti per un intero giorno.
Tolti i morsetti e verificata la solidità dell'incollaggio, preparo la pelle.
Tenuta a bagno per circa 3 ore, è diventata molto morbida. Una bella strizzata ed applico velocemente della colla vinilica sui bordi avventurandomi nell'installazione.
Dopo 24 ore di asciugatura, rifilo il bordo con una lametta rasentando il nastro carta che fa da guida e mi permette di non graffiare lo strumento e da questa foto potete vedere il primo risultato che ho ottenuto.
La pelle asciutta e molto tesa mantiene comunque una buona elasticità e considerato lo sforzo che la pelle dovrà sopportare una volta montate le corde e soprattutto accordate, decido di installare, come avevo visto sullo strumento dell'artista ascoltato in rete, anche un ulteriore fascia a supporto.
Ritaglio una fascia larga poco piu di un centimetro da una vecchia pelle di un djambè che avevo conservato e la posiziono proprio in corrispondenza del punto di appoggio del ponte.
Questo ulteriore supporto oltre a renderlo piu interessante sotto il profilo estetico, scoprirò durante l'accordatura che era fondamentale. Se non lo avessi installato, molto probabilmente, avrei commesso lo stesso errore del precedente proprietario, una pelle troppo scesa e le corde che sfregando sul primo tasto creano dei fastidiosi ronzii.
A questo punto ero davvero emozionato, non vedevo l'ora di ascoltare la sua voce!!!
Il giorno seguente ho montato tutte le corde e sono quasi impazzito per accordarlo. L'operazione di accordatura non è affatto semplice in quanto, i pioli in legno, a differenza delle meccaniche di una chitarra, non garantiscono un lavoro di fino e stabile nel tempo, inoltre lo strumento, specie considerando il piano armonico dato da una pelle, risente quasi immediatamente dei cambi di temperatura e soprattutto di umidità.
Ma il suo suono è melodioso, malinconico, romantico. Le corde simpatetiche poi creano un'atmosfera magica con delle armoniche celestiali e il suo suono è incredibilmente ampio ed emozionante.
Ho finalmente un Esraj! Sono felice di aver ripristinato uno strumento che stava rischiando di finire nel dimenticatoio.
Oggi è perfettamente funzionante e si presenta cosi
La foto che segue è stata scattata da mia figlia in occasione della prova strumentale vera e propria e abbiamo scelto un posto tranquillo e isolato per non disturbare e non essere disturbati.
Cosi... sotto ai piedi di una meravigliosa e secolare quercia da sughero, improvviso dei suoni e scopro con grande gioia che sebbene sia molto difficile maneggiare l'archetto ed anche assumere una posizione adeguata, il suo suono mi cattura e da subito avverto grande affinità con questo meraviglioso oggetto.
Con tutte le difficolta del caso e non conoscendo nessuno che possa insegnarmi a suonarlo per come meriterebbe di venir suonato, occasionalmente dedico del tempo a fare esercizio.
Devo riconoscere che a distanza di poco tempo, riesco gia ad accompagnarmi con una basilare melodia. Spero di incontrare un giorno un maestro, ma intanto beneficio come posso delle sue splendide frequenze e invito tutti voi a scoprire le emozioni che puo regalare con il suo canto.
A presto!
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