Se capitate in zona Ticinese e volete immergevi nella storia di Milano, un luogo suggestivo per farlo è la Basilica di Sant'Eustorgio.
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Sant'Eustorgio è una delle chiese più importanti di Milano, ma anche probabilmente la più affascinante e misteriosa.
La basilica viene fondata nel IV secolo d.C da sant'Eustorgio vescovo di Milano.
Secondo la tradizione popolare, il carro su cui Eustorgio in persona trasporta le reliquie dei Magi da Costantinopoli si ferma improvvisamente subito fuori le mura della città: le ruote sono diventate così pesanti che buoi e cavalli non riescono più a muoverle.
Eustorgio interpreta questo strano contrattempo come un segno divino e, rinunciando all'idea di portare i resti dei Magi nella Basilica di Santa Tecla, ordina di edificare una nuova basilica fuori le mura cittadine per custodirli.
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I resti sono così collocati in un sepolcro in pietra di epoca romana, posizionato nel transetto destro della Basilica.
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Ma i resti venerati di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre attirano l'attenzione di Federico Barbarossa. La chiesa viene infatti saccheggiata dalle truppe del Barbarossa e le reliquie dei Magi trasferite a Colonia.
Nel corso dei secoli, sono stati fatti molti tentativi per riportare le reliquie a Milano. Ci riesce solo nel 1908 il cardinal Ferrari, che ottiene la restituzione di vari frammenti ossei .
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e autorizza la ricollocazione a fianco del sarcofago in pietra, in un'urna di bronzo.
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L'opera sicuramente più bizzarra della Basilica è la Madonna con le corna di Vincenzo Foppa, all'interno della Cappella Portinari voluta nel 1462 dal banchiere fiorentino Pigello Portinari per venerare la figura di San Pietro Martire.
Qualcosa di strano stravolge l'iconografia classica dell'arte sacra: la Madonna con il Bambino in braccio hanno le corna!
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Un affresco demoniaco in un contesto sacro? Un'opera blasfema in una cappella consacrata?
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La risposta è in realtà nel titolo stesso voluto da Foppa: San Pietro debella con l'ostia il demonio che ha preso sull'altare le sembianze della Madonna col Bambino.
L'agiografia di San Pietro Martire narra infatti che il diavolo, durante la celebrazione di una Messa, decide di nascondersi dietro l'effige della Madonna per disturbare. Pietro però si rende conto dello scherzo luciferino e, brandendo un'ostia consacrata, scaccia Satana. Costretto alla ritirata, il diavolo lascia le corna a monito della sua esistenza.
Nonostante la spiegazione istituzionale, immaginate la sorpresa di fedeli e curiosi quando la cappella è stata inaugurata?
Ancora oggi rimane un senso di inquietudine e gli occhi non riescono a staccarsi dal dipinto, perché quelle corna sono come fuori posto sopra lo sguardo sereno e riflessivo della Madonna. Attraggono al pari di una calamita.
I visitatori escono dalla cappella Portinari girandosi indietro più volte, buttando l'occhio lì in alto a destra come se qualcosa li richiamasse.
E forse proprio questo voleva l'autore: farci riflettere sulla natura sacra e profana celata in ogni cosa, sull'ambiguità del male che può assumere sembianze benevole.