Nevicava il giorno prima che andassimo in ospedale per far nascere Sofia e nevica anche oggi, all'indomani della dipartita di mio nonno da questo mondo. Domenico era il mio ultimo nonnino che restava in vita, anziano all'inverosimile, dopo aver vissuto la bellezza di novantacinque primavere. Negli ultimi giorni aveva smesso di deglutire, doveva essere nutrito con una cannula, e ieri notte è morto.
Sono molto grato a mio nonno perché, partendo dai motivi più recenti, ci ha tenuto così tanta compagnia, fino a ieri. E' brutto per una famiglia non aver più anziani, ma sarebbe stato peggio se, oltre a questi, non ci fossero state neanche nuove nascite. E invece quest'anno è nata la prima bambina da quasi tre decenni a questa parte, che rappresenta una piccola scintilla che aiuta il nostro focolare a restare acceso. Abbiamo potuto trascorrere uno splendido giorno di Natale, quest'anno, senza ancora il pensiero a questo recente lutto. Che tempismo che hai avuto, nonno: grazie di aver resistito tanto in vita.
Domenico è un nome che fa venire in mente la domenica, il giorno del riposo, della festa e, per i cristiani, il giorno in cui si celebra il Signore (dominus). Mio nonno ha rappresentato molto di questo. Il suo servizio alla chiesa è stato grande. Quando era giovane era destinato a prendere i voti da sacerdote, ma poco tempo prima dell'ordinazione lasciò il seminario, non ho mai ben capito perché. Ciò nonostante io l'ho sempre visto, finché era in salute, a fianco del sacerdote durante le funzioni, come assistente, se si dice così.
Forse chi l'ha conosciuto da più giovane - durante la sua vita attiva, quando aveva prima un ristorante poi un negozio d'ottica - ha un'altra immagine di lui, ma per me mio nonno ha rappresentato anche una certa serenità. Tra le cose che gli piacevano fare mi ricordo la sua passione per collezionare i francobolli, passione che richiede pazienza, meticolosità, cura per i particolari e per i dettagli; e anche una grande curiosità verso il mondo.
Per me ha rappresentato la serenità. Un nonno che, quando incontravo, era sereno, che non ho mai visto arrabbiato o di cattivo umore. Era facile sentirlo e farlo ridere, anche negli ultimi anni.
Sarà intero il cerchio? Questo è il titolo di un brano americano risalente all'inizio del Novecento che in tanti hanno interpretato. Tra le tante, adoro la versione dei Pentangle, un gruppo del folk revival inglese degli anni Settanta, e quella del per me grandissimo Johnny Cash.
E' una domanda che suona come un koan zen, che va al di là della mente razionale per lasciarci un senso di stupore e meraviglia.E alla quale si può rispondere soltanto con fede e con la speranza.
Will the circle be unbroken
By and by, Lord, by and by
There's a better home a-waiting
In the sky, Lord, in the sky

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