VORREI MA NON POSTO
Lo scorso weekend sono partito alla volta di Roma, una delle città più belle al mondo. L’idea era quella di scrivere un articolo documentandovi il mio viaggio in tutto e per tutto, mostrandovi foto e video della città eterna, ma anche foto e video personali, in cui narravo piccoli scorci di vita. Il primo giorno andò effettivamente cosi: Sui social iniziai a pubblicare video prima della partenza, foto sul treno mentre la mia ragazza dormiva beatamente, ed infine il tanto agognato arrivo alla stazione di Termini. Una volta addentratomi nella città era inevitabile per me scattare foto a qualsiasi monumento che incontravo durante il cammino, senza perdere l’occasione di pubblicarlo sui social. Macinavo cosi chilometri e giga a non finire … fino allo sfinire.
Il Venerdì pomeriggio però avviene qualcosa che cambierà la mia vacanza e non solo.
Io ed Elisa siamo a Termini, più precisamente nel Mc Donald che dista a pochi metri dall'uscita della stazione. Senza dilungarmi nella descrizione specifica delle dinamiche, succede che ci rubano i cellulari sotto i nostri occhi.
Presi dall'agitazione, rabbia, spavento, andiamo subito nella stazione di polizia più vicina e facciamo la denuncia.
È molto difficile per me descrivervi le sensazioni provate durante la prima ora senza avere lo smartphone. Mi sentivo spaesato, avevo un costante senso di vuoto dovuto al fatto che non potevo avere contatti con il mondo, comunicare ai miei cari cosa mi fosse successo, ed inoltre non avevo più una guida utile da utilizzare.
Da questo momento in poi però ha realmente inizio la mia vera vacanza.
Come un autentico Bear Grylls disperso nella giungla, ho fatto di necessità virtù, sfruttando tutti i mezzi a mia disposizione per sopravvivere alla situazione. Ho cosi scoperto l’uso di fantastiche invenzioni chiamate mappe, ho scoperto che per trovare un ristorante basta cercarlo alzando lo sguardo e guardandosi intorno. Ho scoperto che per sapere gli orari dei pullman occorre recarsi nelle fermate e leggere i tabelloni, cosi come ho scoperto che interagendo con gli essere umani per chiedere informazioni dirette è più veloce di una ricerca su google. Ho scoperto la vera bellezza di Roma vista con i propri occhi e non attraverso uno schermo. Gustarmi un gelato davanti alla Fontana di Trevi fissandola e rimanendone incantato dalla bellezza. Godersi il silenzio senza la necessità di dover colmare i vuoti guardando la vita altrui. La bellezza di Piazza Navona, in cui degustare del buon vino bianco davanti alla maestosità delle fontane, accompagnato da musica di sottofondo creata per l’occasione da geni che prendono il nome di artisti di strada.
Era un momento che non ho voluto (e potuto) condividere con nessuno se non con la persona che amo e che custodisco gelosamente nel cassetto dei miei ricordi. Sembra scontato sottolineare anche quanto la perdita di un cellulare abbia agevolato il dialogo che può esserci in una coppia.
Eravamo l’uno il passatempo dell’altro, concentrando cosi su di noi soltanto le attenzioni. I momenti di silenzio acquisivano più che mai un significato intenso. Non siamo più abituati a guardarci negli occhi, fissarci per minuti interi e coglierne le sfumature.
Forse con questo articolo ho espresso dei concetti banali e scontati, ma se provate a rifletterci un secondo, capireste quanto siamo estremamente dipendenti dalla tecnologia. Osservare un’intera folla che davanti a monumenti aventi migliaia di anni di storia, sta a testa chinata, si fa un selfie, e poi torna nella stessa posizione iniziale mette profonda tristezza.
Capire poi che tu stesso fai parte di quella tipologia di persone è ancora più deprimente. Avendo un carattere che forse tende ad enfatizzare in tragicomico le situazioni, al ritorno dal mio viaggio ho adottato delle soluzioni drastiche.
Per una settimana intera non ho utilizzato il cellulare, facendo solo le chiamate indispensabili per appuntamenti importanti. È chiaro che la mia soluzione è drastica ed estremamente provvisoria, perché ovviamente sia lavorativamente parlando che per altri aspetti, l’uso del cellulare è fondamentale.
Ad oggi però posso dire che ne faccio un utilizzo molto più contenuto. Mi da quasi fastidio doverne fare totalmente affidamento, come mi da ugualmente fastidio dover per forza spiare la vita altrui o metterne in vetrina la mia.
Non so per quanto tempo ancora durerà questo effetto, ma ad oggi mi ritengo estremamente soddisfatto.
P.S. Questa è l’unica foto significativa che sono riuscito a recuperare del viaggio a Roma. Io i commenti li ho finiti, ora li lascio a voi.
Ginozava

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