Ha quasi 75 anni mio nonno ed ha ancora l'energia di un ventenne. Ma non dei ventenni di oggi, che si trascinano dalla play station ai social con l'apatia che purtroppo li contraddistingue. No. Parlo dei ragazzi di una volta, di quelli che si spaccavano la schiena il giorno a lavorare e che cantavano la sera insieme agli amici. Parlo di tutt'altra generazione.
Quella della speranza, della lotta e dei valori. Beh lui fa parte di quella generazione lì.
Sono cresciuta circondata da donne: la mamma, la zia, la nonna...e il nonno.
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É sempre stato un uomo duro ma buono, con modi un po' rozzi ma generoso e sempre pronto ad aiutare chiunque gli abbia chiesto aiuto.
Ha mani grandi e callose, mani che hanno lavorato tanto e costruito, gallerie ponti tetti case.
Non ha fatto lavori comodi, non è stato seduto su una sedia, lavorava al gelo e al caldo torrido. É sempre stato un infaticabile.
Non le manda a dire lui, ha il viso pulito e dice quello che pensa senza fronzoli.
Ha conosciuto la povertà, quella vera, quella che va a braccetto con l'ignoranza.
Non è mai stato bambino mio nonno o adolescente, ha iniziato a lavorare troppo presto, all'età di nove anni, sacrificando lo studio lavorando fino allo stremo, fino a tarda età quando ormai non si può fare più nulla. Passi una vita in cui non hai tempo per fare niente, quando finalmente ce l'hai non hai la forza, il momento è passato, rimane un guscio vuoto.
Vorrebbe viaggiare ma non è ha più la mentalità, mi dispiace per lui sarebbe stato un gran viaggiatore, con lo zaino in spalla sempre pronto a partire.
Gli voglio bene anche se a volte è stato difficile andare d'accordo con lui, con la sua durezza, con la sua severità e io tante volte non lo capivo, mi arrabbiavo...alzavo un muro non riuscendo a trovare un punto di contatto ma adesso è diverso.
Non avrebbe mai potuto capire le mie mancanze affettive e materiali lui che ha dovuto sudarsi qualsiasi cosa, costruire ogni singolo pezzo della sua vita, piano piano, passo dopo passo.
Senza nessun aiuto.
E' stato militare, negli alpini e ne va fiero tuttora di quel pezzetto di vita che si è lasciato alle spalle, ha provato la naja vera, che non esiste più, dove c'era il nonnismo e tutto era più duro.
Ha lavorato in Svizzera per un periodo per garantire alla propria famiglia una situazione migliore, un presente degno di essere vissuto, ha voluto dare quello che non ha mai avuto lui.
Ricordo da bambina che volevo stare sempre con lui, volevo ascoltarlo per ore e seguirlo dappertutto. Ero la sua ombra.
Riuscii una volta a farmi promettere un pony, davanti al mio entusiasmo incontenibile non riuscì subito a dirmi che non poteva mantenere la promessa ma quell'attimo è impresso nella mia memoria, nitido.
Cerco la sua approvazione in ogni cosa che faccio, capisco da un sguardo se è contrariato o fiero di me, lo sento se è arrabbiato o sereno. Non mi sfugge niente, nemmeno la più piccola sfumatura del suo umore.
Gli perdono il radicato maschilismo che si è insinuato in lui da bambino, è lì, fa parte di lui.
Adesso lo vedo all'improvviso sfiorito, cerco di ignorare lo strano tremolio delle mani che nasconde in tutti i modi ed evito di farlo guidare di notte perché so che non vede bene dopo l'operazione alla cataratta. É un uomo orgoglioso e compatirlo sarebbe il primo passo verso la tomba.
Si affatica facilmente e trascorre sempre più tempo dentro casa e io faccio fatica ad abituarmi a queste nuove abitudini, lui che quando arrivava la bella stagione era sempre o a lavorare i campi o a fare passeggiate in montagna che spesso significava una cosa sola: funghi.

E' stato in tutto e per tutto il padre che non ho mai avuto, lui c'è sempre stato. Anche se non ha mai esternato troppo i suoi sentimenti lo ha dimostrato in tanti piccoli modi che io non dimentico: preoccupandosi per me quando quella febbre ostinata non accennava a scendere, ascoltando i miei sfoghi e consigliandomi al meglio.
Mi ha insegnato cosa significa essere una persona onesta e vivere secondo dei principi.
Mi ha insegnato che bisogna credere, soprattutto in noi stessi e che è vietato dire: "non ci riesco", quando vogliamo una cosa dobbiamo fare di tutto per ottenerla, senza accampare scuse inutili.
Mi ha insegnato inoltre l'importanza della famiglia, delle radici e di non dimenticare mai da dove vengo.
Mi auguro di avere ancora tempo per stare con lui, per capirlo ancora a fondo, per parlarci.
Perchè il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e dobbiamo cercare di sfruttarlo al meglio. Compriamo cose che in fondo non ci servono spendendo soldi su soldi ma le cose veramente importanti non si acquistano né si quantificano.
Voglio collezionare più ricordi possibili di lui, perché continuerà ad esserci e a vivere in me.
Sempre e per sempre.
