
Giano Bifronte. Foto tratta dal web e libera da copiright
Ho letto con grande interesse la discussione di due giorni fa sulla chat “bar” di Discord sulla vicenda di @steemcur. Le prese di posizione erano di diverso tipo, ma sostanzialmente stigmatizzavano il suo comportamento. Solo alcuni, in particolare ricordo @viki.veg e @clode, hanno preso in qualche modo le distanze dal comune sentire, intervenendo con un certo coraggio in un contesto che era sostanzialmente di condanna.
Ieri, prendendo spunto da un suo commento, ne ho discusso a lungo con una persona che stimo molto e che è "uno dei pilastri" della nostra comunità. La chat non è il mezzo migliore per esprimere riflessioni articolate e così abbiamo avuto modo di parlarne con maggiore attenzione.
Ne è venuto fuori che siamo in disaccordo e la cosa, proprio perchè è persona che stimo, mi ha sorpreso. La sua posizione è logica e (ci mancherebbe!) legittima. E molto in linea con quella emersa nella chat. Così mi sono convinto dell’opportunità di riportare qui i termini della questione, come stimolo ad una riflessione comune.
Il fatto
@steemcur è sospettata di essere “altro”, ovvero di non essere quella che, atraverso i suoi post, ha detto di essere.
Non solo! Sarebbe il secondo profilo di una persona che ha già un altro profilo all’inerno della nostra comunità.
Lo stigma
@steemcur ci ha presi in giro, raccontandoci una storia di se molto coinvolgente e commovente. E noi ci siamo lasciati commuovere e coinvolgere da una persona che ci ha deliberatamente raccontato delle frottole per conquistare i nostri cuori e i nostri voti.
Inoltre, operando con due profili all’interno della nostra comunità, @steemcur partecipa due volte alla distribuzione dei rewards che la comunità assicura e distribuisce equamente a tutti i suoi membri.
Infine, operando con due profili, @steemcur partecipa due volte alla selezione dei post operata da PostIT, raddopiando le sue possibilità e addirittura, in teoria, potendo veder selezionati due post in un giorno!
La mia riflessione
Nome e immagine del profilo
Non siamo in molti su Steemit a dichiarare apertamente chi siamo. Io mi chiamo @marcodobrovich e, sull’immagine del profilo, ho la mia foto. Ma, la maggior parte di noi, ha scelto un nickname e ha messo la foto o il disegno che crede. Anche tra le figure più rappresentative della nostra comunità.
Quanto a questo, dunque, sin qui, niente di male. Anzi, tutto mi sembra in linea: semmai siamo noi che abbiamo messo nome e foto vera che siamo un po’ fuori contesto.
Identità e personalità
Come, a mio avviso in modo pertinente, ha fatto rilevare @viki.veg nei suoi commenti in chat, che ne sappiamo noi di chi c’è davvero dietro a quel profilo? C’è chi si racconta sul serio, magari perchè
...ha bisogno di raccontarsi. C’è chi si presenta per come avrebbe voluto essere e invece, ahimè, non è: il timido che diventa spavaldo, il gracile che si presenta come un grande sportivo, l’impiegato che si racconta grande esploratore,… Il tizio a cui non importa niente di tutto ciò e che cerca la formula più appropriata per acquisire consenso in modo da guadagnare più soldi, quello che nella vita è represso e qui parla di sesso o cerca di rimorchiare,… Chi cerca lavoro, chi provoca, chi sfotte, chi lecca il culo…
Siamo davvero certi che dietro ad ogni profilo ci sia una persona reale che ha quella stessa personalità? E, soprattutto, ce ne importa davvero qualcosa? Non è nato, tutto questo Amba Aradam, sull’onda affascinante e talvolta perversa del sogno di una Second Life, prima del 2003 assolutamente inimmaginabile? Oggi, a quindici anni di distanza, ci sorprendiamo ancora?
Morale e moralismo
In un suo commento, un altro commento che ho notato, @pawpawpaw sostanzialmente dice che gli sta bene tutto, ok il profilo falso, la falsa identità e la personalità
strappalacrime sul post. Ma mentire anche sulla chat…!! Ci ha fatto credere di essere una certa persona e noi interloquivamo con lei pensando che… Ci siamo fatti carico del fatto che… Abbiamo avuto un certo riguardo nei suoi confronti in ragione del fatto che…
Ragazzi, …ma è così che va! Ma quanti film abbiamo visto, quanta letteratura, quanti libri abbiamo letto e quanti fatti di cronaca ci hanno già raccontato di episodi in cui due che si sono conosciuti in chat, alla resa dei conti, nel momento in cui si incontrano, sono costretti a misurarsi con tutte le balle che si sono raccontati… Consiglio, a questo proposito, il bellissimo libro di Luis Landero “Juegos de la edad tardia”: il racconto di un rapporto telefonico che alla fine si misura con l’incontro… La nostra doppia vita questo prevede. Che ci piaccia o meno. Da qui a trarne una morale… Proprio io, che sono il più vecchio, devo mettervi in guardia?
Onestà e qualità
E’ una questione che, a mio avviso molto opportunamente, ha sollevato @clode. Qualcuno ha obiettato che PostIT, premiando @steemcur, ha premiato un post falso: che non diceva la verità. La questione, anche a mio avviso, non è se ciò che era scritto era vero, ma se ciò che era scritto,
era scritto bene. Se era scritto bene, meritava il premio, perchè PostIT seleziona e premia i post migliori, non quelli che
dicono la verità.
Si potrebbe obiettare che la finzione è ammessa quando si denuncia chiaramente che si tratta di una storia di invenzione, di un romanzo. Ma a questa obiezione contrappongo, un mare di esempi di finzioni spacciate per storie vere. Vogliamo parlare di tutti i reality che ingolfano i programi televisivi e del successo che hanno? Vogliamo parlare del vrestling?
Ok, non ne parliamo, ci fanno schifo. Allora parliamo della falsa intervista che l’allora inviato de “Il Messaggero”, casualmente mio amico e poi diventato direttore della Cronaca di Roma, scrisse dal Sannio in occasione del terremoto. Un’intervista ad un fantomatico (e del tutto inventato) sciacallo che andava a rubare nelle case lasciate abbandonate dalle vittime del terremoto. Un successo. Mise il dito nella piaga. Il mio amico ebbe la promozione anche per questo… O vogliamo parlare della foto dei cinque Marines che nel ’45 piantano la bandiera americana sull’isola di Iwo Jima? Costruita a tavolino. O della storia di Stakanov, l’eroe sovietico?… Tutte storie che …hanno fatto la storia.
Promozione o assistenzialismo?
Operando con due profili all’interno della nostra comunità, @steemcur partecipa due volte alla distribuzione dei rewards che la comunità assicura e distribuisce equamente a tutti i suoi membri, si diceva. E allora? Qual’è lo scopo della comunità, quello di promuovere chi scrive bene sulla piattaforma? No. PostIT, così com’è strutturato, non può promuovere i singoli profili su Steemit. Pensiamoci bene: è scritto in italiano! I nostri
successi sono tutti interni alla nostra comunità. PostIT, viceversa,
nutre SteemPostITalia che, essendo sempre più
corposa e ricca, promuove la nostra comunità nella sua interezza. E questo accade ed è un bene, perchè migliorano i rapporti con le altre comunità, si ha più peso, si raccolgono maggiori contributi esterni…
E, allora, ben vengano quanti più profili di qualità possibile. Anche se dietro ci sono le stesse persone!
Paradossalmente, la questione va vista in modo capovolto: poichè tutti assieme lavoriamo per il successo della nostra comunità nel suo complesso, dovremmo ringraziare chi, con un doppio profilo, aumenta il nostro potenziale! Non dovremmo essere interessati a sapere chi c’è dietro un profilo. Nè, di conseguenza, se dietro a più profili c’è la stessa persona. A noi interessano i profili, non le persone. Detta così non è bellissima (non ci interessano le persone…), ma riflettiamoci a sangue freddo, nello specifico…
Verso il futuro…
Quando, finalmente, i nostri post verrano pubblicati (anche) in inglese (una possibile formula l’ho abbozzata circa un mese fa, ma se ne possono trovare altre…), allora si potrà parlare di promozione dei nostri profili, dei profili della nostra comunità, su Steemit. Ma, anche in quel caso, avrebbe senso chiedere a ciascuno di avere un solo profilo? Non so… Sarei tentato di dire di no, ma devo rifletterci ancora… Forse dipende dalle dinamiche e dai meccaniscmi secondo i quali verrà articolata l’operazione…
La gogna
In tutto ciò, una considerazione a latere. Dico, senza mezzi termini, che non mi è piaciuto il modo in cui @steemcur è stata messa in mezzo.
Come ho cercato di spiegare (pronto a ricredermi di fronte ad obiezioni pertinenti), ritengo inconsistenti le ragioni dela sua messa al bando. Ciò non di meno, se la comunità esprime nel suo complesso un’opinione differente o se gli amministratori ritengono opportuno un intervento per ripristinare gli equilibri che ritengono necessari preservare, è giusto che @steemcur paghi pegno.
Ma nessuno mi convincerà mai che intervenire in diretta e di fronte ad una platea di astanti sia più adeguato che un contatto privato. Posso capire lo sdegno e il ritenersi offesi. E anche l’impulso a replicare con strumenti forti. Purchè si sappia di aver esagerato. E se poi, riflettendoci meglio, dovessimo scoprire che, da un punto di vista diverso, aveva anche lei (o lui che sia), le sue sincere ragioni? Troppo tardi: ormai il danno è fatto. E non mi piace. Io la penso così.