Stamattina, alle 11:03, @marcuz ha scritto sulla chat principale di Discord ”...vi segnalo che nella categoria post ho inserito il mio ultimo racconto: una storia di sguardi.. Mi piacerebbe avere un vostro parere...”
Mi è sembrato inappropriato. ...il luogo, intendo... Ho pensato che queste comunicazioni si danno nel canale dedicato alla pubblicazione dei post…
Poi ho pensato ”Ma che valore aggiunto dà, questa comunicazione, rispetto alla pubblicazione del post medesimo? Nessuna: è implicito che uno pubblichi sperando di essere letto e di ricevere commenti… Una comunicazione “ridondante”…
E allora ho pensato “Ma ci sono comunicazioni in merito alla pubblicazione di un proprio post che, invece, possono essere utili?” E mi sono risposto di si.
Ho pensato al mio post di venerdì sera: STEEMIT STA MORENDO. SI SALVI CHI PUO’! A meno di due giorni dalla sua pubblicazione ha raccolto 76 commenti !!
OK, la metà sono i miei, perché io rispondo sempre a chi mi scrive. …penso che sia buona educazione fare così. Ma penso che sia anche un modo per stimolare ed arricchire il dibattito: non è che uno lancia un sasso nello stagno e poi si defila…!!
Ok, d’accordo: qualcuno ha commentato due volte, va bene. Vogliamo dire che ci sono state una trentina di persone che sono intervenute? Che hanno scritto? Che hanno riflettuto? Mi sembra un ottimo risultato. In assoluto (è sempre buona cosa confrontarsi) e in termini relativi: non sono poi così tanti i post che hanno così tanti commenti.
Il post non è stato selezionato tra quelli pubblicati da PostIT, e ci sta: poteva apparire anche poco interessante e non c’è nulla di male. E non ci leggo dietro nessuna cattiva intenzione.
Ma quando un post riscuote interesse, a posteriori intendo, dopo che PostIT è stato pubblicato, è giusto che “cada nel dimenticatoio” o sarebbe più “utile” riportarlo alla ribalta?
”La seconda che hai detto”, direbbe Quelo, il personaggio inventato dalla arguta ironia di Corrado Guzzanti!
Ecco. Allora mi sono detto “Adesso scrivo sulla chat di Discord dedicata ai post di andarsi a leggere la mia ultima pubblicazione, segnalando che in molti l'hanno commentata”. Questa mi sembrava, non me ne voglia @marcuz, una comunicazione “sensata”.
Infine, mi è venuto in mente che, così come per il mio post, anche tanti post e tanti altri commenti sfuggono o rischiano di sfuggire ai più e che poteva valere la pena di segnalarli. Grazie @marcuz, perché …è partito tutto da te! 😉
Ecco perché questo post: da un lato la pagina patinata e un po’ paludata di PostIT, che svolge il suo egregio compito “istituzionale” e dall’altro (L’altra faccia della luna!), questa: più scanzonata e irriverente. L’insieme si completa e chiude il cerchio!
Oggi, per ovvi motivi di opportunità e tempo, mi limito a fare la selezione solo tra alcuni post che ho selezionato tra quelli che ho commentato.
Per il futuro ho già in mente un progetto… Ma prima devo pubblicare la mia proposta di cui parlo da qualche giorno e che molti mi continuano a chiedere!
Buona lettura.
Il 5 aprile, alle 19:29 @miti ha pubblicato questo post:
Poveri illusi..
Carlo è persona che stimo molto. Per come l’ho conosciuto su questa piattaforma, certo… Mi piace eleggerlo e credo di saperlo interpretare. Ai più il suo atteggiamento infastidisce. A me interessa molto. Trovo sempre molto argute le sue riflessioni e ricche di stimoli, anche se talvolta non le condivido. E, a dispetto di quanto pensano in molti, le trovo utili, molto utili alla nostra comunità. Ho commentato così:
Chettepossino Carlè…!!
Posso dirlo? Assomigli a me quando avevo quarant’anni!
A sessanta posso dirti che ...non serve essere così “palesi"... Che non serve “ribadire di continuo”...
Occorre dire, con chiarezza e, se necessario, anche con durezza. Stop.
Tornarci continuamente sopra non rafforza. Semmai alimenta l’abitudine e ottiene l’effetto contrario: stempera. E, alla lunga, “stanca”.
Soprattutto i “meno coinvolti”, i più distratti, quelli che “si adattano” e non vogliono rompimenti di coglioni perché guardano il loro piccolo orticello e temono che ne venga compromesso il timido raccolto. O perché, molto più semplicemente, “non vedono!!” Non è che provocandoli in questo modo e di continuo gli farai aprire gli occhi…
Il mio atteggiamento, quando ero più giovane, era ispirato dall’orgoglio, dal risentimento e dalla voglia di farla pagare a chi ritenevo mi avesse fatto un torto.
Oggi penso che raramente qualcuno commetta consapevolmente e volontariamente un’ingiustizia nei confronti di un altro e che spesso i contrasti siano il frutto di equivoci.
Oggi penso che, legittimamente, ciascuno, forte delle proprie convinzioni, le difenda “contro” quelle differenti dell’altro.
Non sempre “vincono” le ragioni “migliori”. Spesso vincono quelle “del più forte”. Certo, questo fa rabbia…
Sai quante volte ho pensato, in passato ”Sei forte qui, figlio di... , perché sei il capo ufficio di un’azienducola di m... e ti credi ‘sto c...! Ma esci fori! So’ alto du’ metri: te sollevo da terra, te sbatto al muro e te rigiro come un pedalino, str...!!”
Rabbia, appunto…
No. Ripeto: occorre sostenere la propria tesi con chiarezza e coraggio. A spalle dritte, viso alto e occhi negli occhi. ...e questo già ci distingue ...dagli invertebrati e dai leccaculo.
Poi si affronta la realtà: se il nostro punto di vista non è condiviso bisogna capire perché.
Per incomprensione, per miopia, per invidia? Per paura? Per non mettere a rischio la propria posizione, non perdere i vantaggi acquisiti?…
O perché esistono delle obiezioni pertinenti? Perché esistono ragioni di opportunità, equilibri, elementi che non avevamo considerato…
E allora è con questi strumenti, col ragionamento “attorno allo specifico” che si può riguadagnare terreno, riacquisire serenità d’animo: lavorando e argomentando, piuttosto che rivendicando.
Non è detto che alla fine le tue ragioni avranno riscontro, saranno comprese e accolte dalla controparte. Ma avrai fatto un processo che ti avrà convinto della “bontà” del tuo ragionare e troverai soddisfazione già da quello.
Ciò premesso, se invece “voi la guera” (perché le guerre esistono e si combattono; non è sempre possibile dialogare e ricomporre), beh.... allora "devi menà, daje giù duro! No ste punzecchiature da du’ lire!!" 😉
Carlo mi ha risposto e ci sono una serie di commenti a mio avviso interessanti e che vale la pena di andarsi a leggere.
Il 5 aprile, alle 23:54 @mcassani ha pubblicato questo post:
Anche Mario, per come l’ho conosciuto su questa piattaforma, è persona che stimo molto. Soffre (e nel suo commento che è seguito al mio lo dice esplicitamente) di “non essere considerato”. A mio avviso confonde il meccanismo “schiacciasassi” della piattaforma con un’intenzione specifica nei suoi confronti: una sorta di “conventio ad excludendum” che non esiste. Ma il suo intervento, anche se in modo “molto velato e garbato”, pone la questione in termini più generali e, a mio avviso, “ragiona” sui meccanismi che regolano i rapporti all’interno della nostra comunità. Ho commentato così:
Urca !!
”What events in your life made you write this?”, chiede in un commento @marymik23…
E Carlo @miti, dalla sua, commenta invece ”Io credo che tu abbia toccato dei temi quanto mai attuali...”
La mia impressione è che il titolo sia un pretesto e che dopo i primi due paragrafi, che ci si agganciano, tu finisca per parlare d’altro.
…è che tu non stia parlando d’altro …"per fare teoria”, ma che tu stia parlando “di qualcosa”. ...e che avessi “urgenza” di farlo…
Qualcosa che è accaduto, che sta accadendo, che ti ha colpito. Forse amareggiato…
Che tu voglia dare dei suggerimenti. Che tu ti chieda (e chieda) se non sarebbe più semplice è meglio adottare le linee di comportamento che suggerisci…
Ma, tranne chi ho citato, nei cui commenti mi sembra di cogliere, anche se in modo meno esplicito, la mia stessa interpretazione, negli altri commenti viene apprezzato l’aspetto teorico del tuo ragionamento. E potrebbe, più semplicemente, essere questo lo spirito che ti ha spinto a scriverlo.
Già… spesso, nelle cose che uno legge, finisce per cercare (e trovare) cose che sono nella sua testa e non in quella di chi le ha scritte…
Già… in effetti potrebbe, semplicemente, essere così…
Ho provocato. E ho ottenuto l’effetto desiderato. Mario “si è sciolto” e mi ha risposto, esponendo il suo punto di vista in modo molto più esplicito. E scatenando un botta e risposta con altri commenti che, a mio avviso, merita di essere letto. Non è detto che tutto ciò che è stato scritto sia condivisibile, ma è sicuramente utile alla riflessione.
Il 6 aprile, alle 18:07 @steempostitalia ha pubblicato questo post:
Il fatto che io non abbia alcun ruolo in PostIt è noto. Molto più noto di quanto potessi immaginare…!
La mia “improvvisa uscita” dal pool che se ne occupa, dopo che ero stato “l’inventore" di Podium e l'avevo coordinato per più di quattro mesi e dopo che, con il contributo della squadra di curatori, avevo elaborato il documento strategico da cui è nato PostIT, ha sorpreso molti. Alcuni lo hanno scritto su Steemit, molti me l’hanno scritto e me lo scrivono ancora in privato, altri si astengono e aspettano di vedere cosa accadrà…
Non accadrà niente. L’ho scritto e detto mille volte e non mi stancherò mai di ribadirlo in ogni occasione. E dunque anche oggi, qui.
Mi ripeto (e abbiano pazienza quelli già che conoscono la storia).
La fine del mio ruolo di coordinatore di Podium, per quanto l'avessi preannunciata, non è stata indolore. Ci sono stati malumori, incomprensioni reciproche e dissapori che si sono manifestati anche in modo pesante. Il che mi ha costretto ad una fuoriuscita veloce e drastica. Non è stato piacevole, ma tutto si supera. E il tempo mi ha fatto riflettere sul fatto che, probabilmente, alcune responsabilità in merito alla brutta piega che avevano preso le cose erano anche mie. Mi sono “ritirato” nel mio ruolo di osservatore e studioso per continuare a ragionare in termini strategici sulla presenza della nostra comunità su Steemit e su quanto, cosa e come fare per favorirne il migliore sviluppo. Punto.
Ma, lo ripeto, qualche scazzo c’è stato! Dunque, con l’intento di sdrammatizzare attraverso un po’ di ironia, ho commentato così:
Quasi quasi... 😜
Speravo in una battuta di riscontro, un “pupazzetto” (un emoticon!), qualcosa… Un segnale. Niente. Eh, mammamia…
(L'immagine di copertina è tratta dal web ed è libera da copyright).