Sono anni ormai che mi sono addentrata nel mondo dei felini, non solo come volontaria o come "mamma" di due mici, ma soprattutto come "lettrice/studiosa".
Passo spesso quel poco tempo libero che ho a spulciare internet, leggendo studi e articoli sul mondo felino, variando il più possibile le mie letture, leggendo di malattie, comportamenti, alimentazione, anatomia, storie e leggende ma anche partecipando a forum e blog con esperienze dirette.
Mi sono sempre sentita attratta dai felini, fin da piccola cercavo i loro sguardi e il loro contatto.
Cosa che crescendo, è andata sempre aumentando.
È più forte di me, se vedo un micio, devo toccarlo; e la maggior parte delle volte, questo richiamo è ricambiato.
Raramente un gatto non mi si avvicina, anche gatti difficili, tanto che una volontaria mi chiama "anima magica".
Ma come dico sempre a lei, non sono io che sono magica, ma loro, i mici sono magici.
Ed è proprio mentre guardavo il mio micino Gino, che questo pomeriggio mi è venuto in mente di scrivere questo post.
Vedete niente di particolare in lui? Oltre alla deliziosa bellezza del suo musetto ovviamente.
Il titolo dovrebbe darvi un aiutino...
Ebbene si, Gino ha proprio una M in fronte!
È una cosa molto comune nei gatti tigrati in quanto sembra essere una caratteristica genetica dei tigrati europei, caratteristica presente soprattutto nei gatti abissini o nei bengala.
Come per molte cose, ci sono anche delle leggende che "rivelano" le origini di questa M sulla loro fronte.
Si narra, per esempio, che sia stato il profeta Maometto, a "marchiare" in tale modo una sua micia, come gesto di ringraziamento dopo che quest'ultima lo aveva protetto da un attacco da parte di un serpente.
Un'altra leggenda invece è collegata al Natale e al cristianesimo.
La leggenda narra che mentre Maria partoriva il Bambin Gesù, una micia tigrata dava alla luce i suoi cuccioli proprio nella loro capanna.
Nella notte, quando il freddo tiranno allungava le mani su di loro, Maria chiese aiuto a tutti gli animali presenti nella capanna per riscaldare il suo bambino.
Fu la gatta a rispondere subito alla sua richiesta di aiuto, mettendosi sopra il bimbo e riscaldandolo con il proprio calore.
Come segno di gratitudine, Maria pose le sue mani sulla testa della micia lasciandole il marchio M.
E non posso che guardare Gino e pensare, forse romanticamente, che queste leggende scaldano il cuore, ma soprattutto rendono ancora più magico e fascinoso il mondo gatti dei gatti.
Voglio mostrarvi le altre M che fanno parte, chi in un modo e chi nell'altro, della mia vita.
Primo fra tutti, il fratello del mio Gino. Lui è Tigrotino. È ancora in colonia e dopo più di un anno, sta cominciando a fidarsi di me.
Ceres e Cloud, due cuccioli di una mia cara amica.
Blue e Polpetta, due bei gattoni che vivono in uno dei miei posti di lavoro.
Ciccio, un randagino che da qualche mese vive nel giardino dei miei.
In ordine, Tristano, Starlight e Gina, mici di una delle mie colonie feline.
Ninino, l'ultimo cucciolo arrivato in colonia.
Lei è la dolcissima Amore, la gatta di mia cognata.
Loro due invece sono due randagini che a volte vengono a trovarmi in due miei posti di lavoro.
Insomma, chi più vistosamente, chi meno, la M in fronte caratterizza molti mici rendendoli ancora più speciali.
E voi?
Avete/conoscete gatti marchiati?
TUTTE LE FOTO SONO DI MIA PROPRIETÀ
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