Non facciamo in tempo a cogliere, ancor prima di poterla utilizzare con una certa padronanza e coscienza, una innovazione tecnologica, che già ne è sorta un'altra. Il ritmo è forsennato, e la capacità di stargli dietro spesso non è sufficiente per la maggior parte degli utilizzatori.
Si perfezionano i nostri discendenti non biologici, ossia i robot, le automobili che si guidano da sole e che dopo averci ascoltato effettuano un collegamento ad Internet per darci una risposta, e ogni dispositivo elettronico che abbia una intelligenza artificiale. Le macchine e gli algoritmi iniziano a interpretare la nostra voce e prima o poi forse riusciranno a leggere anche il labiale. Vi ricordate HAL 9000 di Kubrick? Forse non siamo poi così lontani da quella visione.Se da un lato la tecnologia in costante e rapida evoluzione è un'arma a doppio taglio, dati i benefici apportati alla qualità delle nostre vite ma anche gli scenari inquietanti di intelligenze artificiali troppo evolute, dall'altro la nostra cara privacy è quasi sempre messa a rischio. Abbiamo recentemente assistito alla vicenda legata a Facebook, tanto per citarne una, e mi fa sempre sorridere vedere certa gente stupita di quanto accaduto, come se fosse strano che i propri dati, spesso sbandierati qua e là in modo del tutto superficiale, siano serviti per trarne profitto carpendo gusti pubblicitari, idee politiche e chissà quali altre informazioni. Come se fosse normale e scontato che si possano utilizzare i servizi dei Big gratuitamente senza dare nulla in cambio.
Il tema è stato affrontato da più utenti, e ci si potrebbe dilungare molto, sottolineando quanto quest'arma a doppio taglio sia diventata affilata, anche se pare che ai più della privacy non importi poi granché, considerata la diffusa attitudine a sventolare i propri dati e i propri fatti, anche quelli più privati. Se lo era già chiesto @camomilla qui. C'è poi il punto di vista più scientifico ed ottimista di @rscalabrini, che dopo aver "scomposto" il termine privacy in vari suoi aspetti e fornito interessanti spunti di riflessione, propone anche soluzioni alternative come la facoltà di mettere in vendita i propri dati personali, in modo selettivo.
Qualunque sia l'importanza che ognuno vuole dare al nostro diritto di privacy, e qualunque scelta si voglia fare nell'utilizzo e nella diffusione dei dati personali, è bene prestare costantemente attenzione a quel che si fa, per non incorrere in situazioni spiacevoli e controproducenti.
Quando - e mi auguro che non avvenga mai - l’intelligenza artificiale prenderà il sopravvento, a quel punto forse non ci sarà più molto da fare e da dire. Ma fino a quel momento, per quanto mi riguarda, cercherò di mantenere chiuse le orecchie e la bocca di Siri e Cortana.