Uno dei dilemmi che un appassionato di cinema spesso si trova a fronteggiare e sul se sia il mezzo ad influenzare la cultura del tempo o viceversa.
Un film è, insomma, specchio della società o magari è la società che si trova spesso a riflettere quello che è immaginato sul grande schermo?
Quando affrontiamo questo argomento è bene ricordare che esso si estende non solo ai prodotti finiti dell'industria cinematografica, ovvero i film, ma all'industria cinematografica stessa.
La punta della piramide di tale industria è certamente, da sempre, l'Academy che trova sua massima espressione e rappresentazione nella notte degli Oscar e tutto cio che la precede e ne consegue.
Notizia di pochissimi giorni fa è che a partire dalla prossima edizione, quella 2019, vi saranno alcune importanti ed epocali novità.
Le novità principali sono 2:
- Sarà istituita una categoria per il miglior film popolare
- La durata della cerimonia sarà ridotta a 3 ore
Entrambe le cose si portano con se un mare di polemiche e considerazioni.
L'istituzione dell'Oscar al miglior film popolare è quanto mai fumosa ed in contrasto con quello che l'Academy dovrebbe rappresentare.
Cosa si intende per film popolare?
Un film di successo al botteghino?
Un film molto discusso?
Un film che parla del popolo?
Un film che piace al popolino?
Non si sa e non è dato saperlo.
Certo è che per un'accademia che dovrebbe premiare i migliori film dell'anno non è un bel segnale. Potremmo trovarci a vedere in prima fila, pronto a ricevere un premio, il regista di "50 sfumature di Grigio" magari seduto accanto a Francis Ford Coppola o Martin Scorsese e magari vedere premiati nella stessa notte un blockbuster ed un film d'autore.
Immagine priva di diritti di copyright
La verità, vien da scommetterci, è un'altra.
Nell'epoca in cui la top ten al botteghino è dominata dalla Marvel e in cui i grandi remake e blockbuster spadroneggiano, con saghe testosteroniche e adattamenti di romanzi mainstream la fanno da padrone mentre la notte degli Oscar registra crolli negli ascolti era forse necessario all'Academy, per la sua stessa sopravvivenza, aprirsi a queste realtà a scapito della coerenza e della qualità.
Un pessimo segnale, per tutti, ma che forse porterà di nuovo gli ascolti su.
La riduzione della durata della cerimonia a "sole" 3 ore non è di per se un brutto intervento, non fosse che il "taglio" impatterà le categorie tecniche.
I premiati nelle categorie tecniche saranno infatti premiati "off screen".
Non avremo, dunque, più evidenza in diretta di chi avrà vinto la statuetta per la migliore fotografia, sceneggiatura o montaggio ad esempio.
Un grave torto verso chi, grazie al proprio talento, contribuisce alla realizzazione di film bellissimi, spesso tramutandoli in capolavori.
2 operazioni di marketing, fatte per dare al pubblico quel che vuole e non per offrire al pubblico il meglio che l'industria cinematografica è capace di offrire.
Il Dio Denaro ha sempre dominato Hollywood, adesso ne abbiamo ulteriore conferma.
Anche il signor Oscar piange miseria, dall'alto del suo luccicante sorriso d'oro.
