Un’altra delle tante bufale che girano in rete in questo periodo riguarda i numeri di questa pandemia. Nonostante, come sempre, ciascuno sbraiti per dire la sua, esiste anche una verità scientifica, che tutti i ricercatori stanno provando a far capire in questi giorni: i numeri che abbiamo non sono esatti.
Eh già, perché purtroppo bisogna ammettere che non eravamo affatto pronti per tutto questo, e tra le tante cose che non avevamo mai pensato di organizzare c’è sicuramente un metodo comune di “contare” contagiati e morti. Questo, comunque, non significa che la Protezione Civile ci stia prendendo in giro con i suoi bollettini, ma solo che bisogna guardare a quelle statistiche con il beneficio del dubbio.
Esiste però un’altra verità scientifica che in tanti ignorano: quali che siano i veri numeri dell’epidemia, essi sono sicuramente maggiori di quelli contenuti nei bollettini, e talvolta molto maggiori.
I positivi, infatti, saranno sicuramente un numero infinitamente superiore a quelli rilevati, poiché non abbiamo abbastanza tamponi; e anche i morti potrebbero essere di più, perché non a tutti quelli morti fuori dagli ospedali è stato fatto il tampone.
Qui però si apre un’enorme possibilità di dibattito, che se non gestita attentamente potrebbe trasformarsi in un all-you-can-eat per complottisti. Sto parlando del noto dibattito morti CON coronavirus o morti PER coronavirus. Per non offrire possibilità alcuna agli sciacalli della matematica, allora, ho deciso di servire un menù alla carta… Anticipando tutte le possibili minchiate che verranno dette.
I morti PER coronavirus sono una ventina, l’influenza ne uccide molti di più.
Ma anche no. Per l’influenza vale esattamente lo stesso discorso che viene fatto per il SARS-CoV-2: la maggior parte dei decessi, infatti, riguardano persone con quadri clinici già compromessi. L’influenza vera e propria, invece, si pensa che arrivi a uccidere qualche centinaio di persone all’anno nel nostro paese. I decessi annui collegati a sindromi influenzali, ad ogni modo, si attestano attorno agli 8.000; e direi che il COVID ha ampiamente superato questo numero.
Quando si parla di numeri così importanti, sarebbe buona pratica non improvvisare mai, e citare sempre delle fonti; per questo motivo vi segnalo questi due studi (Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14-2016/17 seasons) e Trends for influenza-related deaths during pandemic and epidemic seasons, Italy, 1969-2001) dove potrete verificare quanto detto.Ma se i morti sono solo 20, e l’influenza ne uccide alcune centinaia, è comunque meno pericolosa
No. Il COVID è molto più contagioso e causa situazioni cliniche molto più complesse. Il basso numero di morti PER coronavirus è dovuto al fatto che, seppur a fatica, non abbiamo ancora esaurito i posti in ospedale. Se questi dovessero esaurirsi, inizierebbe a morire molta più gente. Questo è testimoniato quotidianamente dall’estremo ricorso alle terapie intensive, cosa che non avviene durante le normali epidemia influenzali.Se facessimo più tamponi la mortalità del COVID si abbasserebbe ulteriormente.
Sì e no. La mortalità si abbasserebbe, è vero. Ma il SARS-CoV-2 è estremamente contagioso, e se non lo contenessimo è verosimile pensare che riuscirebbe a infettare la quasi totalità della popolazione italiana. A questo punto, anche una mortalità del 2% rappresenterebbe una cifra assoluta estremamente drammatica. Il 2% di 60.000.000 (la popolazione italiana) è 1.200.000! Bisogna poi tenere sempre presente quanto detto prima: troppi contagi innescherebbero un meccanismo di feedback positivo per cui la mortalità salirebbe a causa della mancanza di trattamenti adeguati.Muoiono soprattutto le persone già malate.
Non mi esprimo sulla bassezza morale di questa affermazione, ma vorrei farvi notare che patologie come il diabete, l’ipertensione arteriosa o la bronchite cronica sono situazioni cliniche che, grazie alla medicina, riusciamo a tenere sotto controllo, garantendo ai pazienti una qualità della vita comunque alta. Queste persone, senza COVID non morirebbero! È quindi un’argomentazione particolarmente stupida, oltre che drammaticamente cinica.
Queste sono le argomentazioni che vanno per la maggiore nel mondo dei complotti, ma se ve ne venissero in mente delle altre sarà mia premura rispondere.
Detto questo, vorrei sottoporvi due importanti spunti di riflessione.
Il primo riguarda proprio lo sciocco dibattito riguardo le morti CON o PER coronavirus. Da un punto di vista puramente dialettico, nessuno muore mai PER una malattia, la causa della morte, infatti, è quasi sempre un arresto cardiocircolatorio, causato magari da una malattia. Mi rendo conto che questo esempio sia un po’ estremo, e per questo ne farò un secondo. Quando avviene un incidente stradale, solitamente, l’eventuale decesso avviene a causa di emorragie o traumi incompatibili con la vita; ciononostante, si parla comunemente di morte per incidente, senza stare a dibattere su quale sia l’evento effettivo ad aver causato il decesso.
Ecco, quello che accade con il COVID non è troppo diverso: certo, magari le persone con quadri clinici già alterati muoiono più facilmente, ma si tratta comunque di persone che, senza SARS-CoV-2, avrebbero continuato normalmente la loro vita, pur prendendo le loro medicine. La distinzione CON o PER coronavirus, allora, non può che sembrare una solenne sciocchezza.
Vi dirò di più, se la situazione dovesse aggravarsi portando al collasso il sistema sanitario, potrebbe iniziare a morire gente per cose che, in condizioni standard, avremmo ritenuto sicuramente curabili: appendiciti, fratture, infezioni batteriche. Queste morti sarebbero sicuramente dovute ad altre patologie, ma avverrebbero comunque A CAUSA del coronavirus.
Smettiamola allora di parlare di morti PER o CON coronavirus, perché in Italia si sta morendo A CAUSA del coronavirus.
Il secondo spunto di riflessione parte da presupposti molto più tecnici. Constatato che, ad oggi, avere numeri affidabili riguardo l’epidemia è quasi impossibile, c’è comunque un dato assolutamente certo che possiamo utilizzare per valutare la gravità della situazione. Questo dato è il rapporto tra la media delle morti in Italia e le morti di quest’anno.
In particolare, il rapporto del SiSMG (Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera), indica che nella settimana n.12 del 2020, corrispondente al periodo tra il 18 e il 24 marzo, al Nord Italia sì è registrato un picco di quasi 240 morti nelle strutture campione, rispetto al valore medio di 130 rilevato nello stesso periodo degli anni passati. Un valore superiore quasi del 100%.
Questo dato non indica assolutamente le cause dei decessi, ma rende evidente il fatto che, in questo momento, in Italia sta morendo il doppio della gente rispetto agli anni passati. Riterrei piuttosto verosimile che la causa di tutto ciò sia l’unico fattore nuovo rispetto al 2019, e cioè il COVID-19.
La situazione appare leggermente meno drammatica il Centro-Sud, ma per la prima volta anche in questa parte di Italia si riscontrano dati significativamente oltre la media, con tendenza al rialzo.
Questi sono i veri dati. E quelle riportate nei collegamenti ipertestuali sono le rispettive fonti. Diffidate sempre da chi snocciola numeri senza mostrare alcun riferimento, perché molto probabilmente si sta prendendo gioco di voi, per un motivo o per l’altro.