Quanto è vecchia la terra?
Bella domanda.
Pianeta Terra Fonte
Per i Romani (gente poco incline a domande complicate) la nascita del Pianeta Terra era indicativamente collocabile intorno agli eventi relativi alla Guerra Troia o giù di lì. Quindi intorno al 1200 a.C.
Andavano a memoria, senza sforzarsi troppo.
Entrando nell’ era volgare San Barnaba, amicissimo di San Paolo, (siamo quindi nel I sec.) disse che la terra era vecchia 6000 anni. Non sappiamo come raggiunse questo dato, probabilmente lo decise e basta.
San Paolo molto amico di San Barnaba Fonte
Per oltre 1500 anni questo sarà il dato che tutti prenderanno in considerazione per rispondere alla domanda che è a titolo di questo post.
Nel 1600 Giordano Bruno subisce un incendio doloso perché sosteneva che oltre al nostro sistema solare ce ne fossero altri. Questo non c’entra niente con la nostra storia ma è sempre bene ricordarlo.
Statua di Giordano Bruno a Campo de' Fiori - Roma Fonte
Nello stesso periodo del rogo di Bruno, Jame Ussher, arcivescovo anglicano Irlandese, ricostruendo la genealogia dei personaggi biblici cominciò a fare dei calcoli complicatissimi fino a raggiungere, nel 1650, il seguente risultato:
"la Terra è stata creata domenica 23 ottobre del 4004 a.C., a mezzogiorno. In punto"
Quindi scorpione!
A molte persone ancora oggi sta bene questa data, seriamente.
Passarono altri 100 anni, nel frattempo Niels Stensen, che noi chiamiamo Stenone (perché?), capì che i fossili erano resti di animali vissuti millenni prima di noi e che dallo studio delle formazioni geologiche si poteva ricostruire una specie di calendario del nostro pianeta; lo stesso però non si avventurò a dare un età al nostro pianeta.
Nel 1788 James Hutton (scozzese) ebbe un’intuizione tanto ovvia quanto rivoluzionaria. Una di quelle intuizioni che ti fanno esclamare “cavolo è ovvio… come ho fatto a non pensarci prima?!”, e la definì in un modo estremamente poetico: il tempo profondo.
Insegna dell strada intestata a James Hutton a Edinburgo Fonte
Hutton sosteneva che finora si era sbagliato tutto e che era necessario pensare su una scala temporale estremamente più ampia.
Arrivò a questa considerazione partendo dal presupposto che la terra fosse in costante evoluzione e che gli agenti modificatori della superficie terrestre (vento, pioggia, ecc..) agivano nel presente esattamente come lo avevano fatto nel passato.
Quindi in modo lentissimo e costante e per fare questo ci serviva tempo, molto tempo, tantissimo tempo. Si ma quanto? Non lo sapeva neanche lui, anzi così si espresse in merito all’età della Terra:
"non si ha traccia di inizio o prospettiva di fine."
Sembra niente ma fu un grandissimo passo in avanti.
Nel 1800 l’argomento diventa un trend topic e la comunità scientifica comincia a sfidarsi a colpi di numeri.
Fra le varie proposte riporto solo quella del Barone Kelvin matematico, fisico, ingegnere, inventore, docente, influencer (pensate se oggi avesse una pagina steemit), per i più famoso per la “scala della temperatura assoluta”.
Il Barone Kelvin seduto in poltrona Fonte
Kelvin pensando che la Terra in origine fosse una sfera fusa e che nel presente si trovasse in una fase di raffreddamento, partendo da numerose misure del gradiente geotermico (cioè l’aumento della temperatura terrestre mano mano che ci si approfondisce nelle sue viscere), calcolò che la Terra aveva dai 20 ai 40 milioni di anni.
Purtroppo anche il Barone toppò per il semplice fatto che era sprovvisto di quelle che furono le scoperte che sarebbero venute da li a pochi anni e forse un po’ se lo meritò anche dato che nel 1900 disse:
"Adesso non c'è niente di nuovo da essere scoperto in fisica. Tutto quello che rimane sono misure sempre più precise".
Einstein nello stesso anno usciva dal Politecnico di Zurigo.
Il 1896 si scopre la radioattività, cioè la proprietà che hanno alcuni elementi chimici di trasformarsi (trasmutare), in un lasso di tempo abbastanza preciso, da un elemento chimico ad un altro: come ad esempio l’uranio in piombo.
Questa scoperta eccezionale aprì uno scenario del tutto nuovo per il mondo della ricerca scientifica e fra i tanti campi di applicazione si pensò anche di utilizzarla per datare le rocce.
Nel 1910 uno giovane studente inglese di geologia che si chiamava Arthur Holmes si mise a capofitto sulla faccenda e, attraverso un metodo che si basava sulla datazione radiometrica che considerava la “trasformazione” dell’uranio nel piombo, datò alcune rocce norvegesi dandogli un’età di 320 milioni di anni.
Poi si laureò e nel 1913 scrisse un libro The Age of the Earth (cioè la risposta al il titolo di questo post) in cui arrivò a stimare l’età della Terra in 1,6 miliardi di anni.
Holmes con la moglie durante un'escursione geologica Fonte
Quando andò alla Geological Society di Londra a riportare questi risultati, Holmes, non venne proprio applaudito al punto che disse:
Mi sono ritrovato a essere in un’esasperata minoranza di una persona”.
Il tempo però dirà che invece si trovava sulla strada giusta.
Infatti nel 1923, il Consiglio Nazionale delle Ricerche dell'Accademia delle Scienze negli U.S.A. fonda il "Comitato della misura del tempo geologico da disintegrazione atomica", cioè un organo che attraverso l’idea di Holmes, eseguisse dei calcoli più precisi per dare un età alla Terra.
Negli anni ’40 il comitato stimò una data che è molto simile a quella che ancora oggi viene adottata ovvero 4,5 miliardi di anni.
Successivamente si pensò che fosse più corretto datare asteroidi anziché rocce poiché queste, per quanto vecchie, sono in ogni caso più giovani della terra e quindi l’interesse si spostò sulla datazione dei primi.
Canyon Diablo (Arizona-USA) Fonte
Infatti come sostenuto dal U.S. Geological Survey il miglior modo per stimare l’età della Terra deve considerare la Terra e i meteoriti come un unico insieme di uno stesso sistema in evoluzione.
In particolare si presero in considerazione frammenti del meteorite Canyon Diablo scoperto nel 1891 in Arizona e caduto sulla superficie terrestre circa 50.000 anni fa, la cui datazione radiometrica ha definito un età (per ora) del nostro pianeta di 4,56 miliardi di anni.
Più o meno.
Le vicende e i protagonisti di questa storia sono molti di più di quelli che ho citato in questo post, il cui scopo è quello di far nascere un qualche interesse intorno a questo tema.
Fonti e riferimenti:
Charles Lyell (1830), Londra, Ed. John Murray. “Principles of geology, being an attempt to explain the former changes of the Earth's surface, by reference to causes now in operation” vol. 1
https://goo.gl/3L9KzN
“Età della Terra” di Fabio Florindo. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione Roma, ricerche storiche.
https://goo.gl/W7g9hA
Arthur Holmes (1913), London: Harper & Brothers. “The age of the Earth: an introducion to geologial ideas”
P. Richet (2010), Pacini Editore: “Una storia naturale del tempo” Traduzione italiana di Giulio Ottonello