Un anziano signore stava sdraiato sulla sua barchetta ferma non troppo lontano dalla riva, lungo il Huang He.
Un grosso e logoro cappello di paglia poggiato sul volto lo riparava dal tiepido caldo di un pomeriggio primaverile; solo la lunga barba grigia ne usciva fuori.
Una canna da pesca si stagliava lunga e orgogliosa accanto a lui.
Quel signore si chiamava Sanpei. Sì, proprio il famoso Sanpei. Il pescatore per eccellenza.
Da qualche anno a questa parte, per godersi la pensione in solitudine, si era spostato dal Giappone alla Cina, alla ricerca di qualcosa. Non sapeva onestamente cosa, ma sentiva un forte richiamo di quelle acque mai solcate.
Un movimento a pelo d'acqua fece drizzare le orecchie di Sanpei.
Si mise seduto a gambe incrociate prendendo in mano la sua canna che, proprio in quel momento, aveva cominciato a vibrare.
In lontananza un'enorme carpa rosso fuoco uscì dall'acqua prepotentemente per immergervisi sinuosamente l'istante dopo.
Sanpei scattò in piedi, sistemandosi il cappello e piantando bene i piedi nei suoi geta.
La canna iniziò a muoversi freneticamente mentre l'enorme carpa con magistrali salti si faceva sempre più vicina all'imbarcazione.
Sanpei con colpi decisi ruotava il mulinello tenendo gli occhi fissi sull'acqua.
Erano anni oramai che non gli capitava una prova del genere : un nuovo pesce enorme da sfidare.
Nonostante gli anni e gli acciacchi, un nuovo vigore diete forza a tutto il suo corpo, potenziando tutti i muscoli in tensione ; tenendo stretta la sua canna, pensò a tutte le sfide vinte, a tutte le sfide perse, alle meravigliose creature incontrate. E a quanto quella creatura fosse la più grande e la più maestosa mai vista.
Gli occhi neri come la pece sembravano fissarlo tutte le volte che uscivano fuori dall'acqua.
Dopo estenuanti minuti di lotta, la lenza si fece più morbida. La preda si era arresa.
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E proprio nel momento in cui il vecchio tirò un sospiro di sollievo carico di soddisfazione e orgoglio, la lenza si mosse strattonandolo e trascinandolo dritto nell'acqua.
L'enorme carpa rosso fuoco uscì dall'acqua, ingoiandolo.
Con movimenti decisi, la carpa iniziò a risalire controcorrente l'imponente Fiume Giallo.
Nell'attimo esatto in cui il sole stava per scomparire dietro l'orizzonte, l'enorme carpa uscì dalla corrente, proiettando sullo specchio d'acqua un'ombra dalle somiglianze particolari.
Sembrava quasi un drago.
Nessuno seppe veramente come morì il Grande Pescatore Sanpei, ma le leggende narrano che il Regno Marino lo avesse omaggiato chiamandolo a sé inviando a lui la loro creatura più mistica.
Ps : Siccome non si conosce esattamente il finale di Sanpei (..forse l'episodio 74??..o c'è qualcosa nei due volumi mai tradotti dal giapponese??), propongo questo finale alternativo.
Pps: Questa la leggenda che mi ha ispirato questo finale.
In Cina e soprattutto in Giappone la carpa è il simbolo del coraggio e della perseveranza. Un’antica leggenda cinese racconta di una carpa coraggiosa e perseverante che riuscì a risalire la cascata situata sulla Porta del Drago, lungo il Fiume Giallo, superando ostacoli e spiriti malvagi. Gli dèi, impressionati da tanto coraggio, la trasformarono in un grande drago. Partecipo con questo scritto al theneverendingcontest n° 54 S4-P1-I2 di @storychain. Tema : Finale alternativo
Sotto forma di drago la carpa acquisisce il dono dell’immortalità ed è divenuta il simbolo di chi aspira a compiere grandi imprese e non teme di affrontare le avversità della vita. Questo percorso iniziatico simboleggia il percorso dell’essere umano stesso che, se sviluppa in sé costanza e perseveranza, può emergere dalle bassezze della vita e divenire erudito e cosciente di sé, uomo superiore.
Ambientazione : Vecchio anime o manga
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