Salve, questo articolo è stato scritto su steemstem.io, se state visualizzando tramite altre interfacce vi è la possibilità che alcune immagini non siano visibili.
Nel caso, vi rimando a questo [ link ]
(immagine di copertina)<o:p></o:p>
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I neuroni, come noto, a differenza della maggior parte
delle cellule del nostro corpo NON hanno capacità riproduttiva.<o:p></o:p>
Una volta che lo sviluppo è completo quindi si assiste ad un
deterioramento e ad una progressiva diminuzione del numero di neuroni.<o:p></o:p>
E’ tuttavia noto da tempo come il cervello sia in grado di
mantenere un elevato grado di efficienza anche in età avanzata, e questo è
dovuto essenzialmente ad un'elevata "ridondanza" (sovrabbondanza?)
del numero di neuroni e reti neuroniche presenti.<o:p></o:p>
Risulta quindi possibile per il corpo sopperire al naturale
deperimento del sistema nervoso tramite il coinvolgimento di progressivo di
sistemi e strutture neuronali in eccesso, che sono in grado di svolgere
compiti appartenuti in passato ad altre strutture che, per un qualunque motivo,
non ne sono più in grado.<o:p></o:p>
Questa capacità di adattamento viene dato il nome di neuroplasticità.<o:p></o:p>
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""si definisce ‘plasticità cerebrale’ la capacità di
adattamento dei sistemi di controllo dei vari parametri fondamentali della
funzione cerebrale (metabolici, neuronali, vascolari, pressori, ecc...) allo
scopo di ripristinare una certa funzione compromessa da un fattore lesivo"".<o:p></o:p>
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(neuroni dell'ippocampo umano)<o:p></o:p>
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Struttura di un nervo periferico<o:p></o:p>
<o:p> </o:p>Un tronco nervoso contiene al suo interno
molteplici assoni con funzioni diverse, da quelle sensoriali a quelle
motorie o autonomiche , cioè relativi alla muscolatura involontaria, al cuore o
al sistema endocrino).
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<o:p> </o:p>(struttura di un nervo secondo wikipedia)
<o:p> </o:p>
Questo avviene a livello della spina dorsale, dove una volta
terminato il midollo spinale la cauda equina, il tronco nervoso
principale, continua lungo la colonna vertebrale, doveprogressivamente i vari
fasci assonici si dividono per raggiungere le proprie destinazioni.<o:p></o:p>
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Gli assoni di maggiore diametro sono circondati da cellule dette
cellule di SCHWANN, che hanno lo scopo di produrre una guaina
mielinica a scopo protettivo e isolante, che ha lo scopo di rendere più veloce
la propagaione degli impulsi<o:p></o:p>
<o:p> </o:p>Una singola cellula di Schwann può circondare talvolta anche più
di un assone, ed è a sua volta circondata da un sistema di fibre di collagene e
fibroblasti che prende il nome di Endoneurium.
Una seconda lamina basale, chiamata Perineurium,
avvolge il fascicolo contentente gli assoni e funge anche da barriera ematica.<o:p></o:p>
Un comune nervo periferico contiene molteplici
"fascicoli", che risultano solidali tra loro grazie ad un terzo
strato protettivo chiamato Epineurium che li contiene tutti.
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(struttura interna di un neurone)
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Processi di rigenerazione nervosa<o:p></o:p>
Data una lesione, nel periodo immediatamente successivo si possono
avere:<o:p></o:p>
1) Modifiche Biochimiche<o:p></o:p>
Ipermetabolismo post
ischemico<o:p></o:p>
Iperattività post
sinaptica<o:p></o:p>
Liberazione di
fattori trofici e inibitori<o:p></o:p>
2)Modifiche di tipo biofisico<o:p></o:p>
Presenza di edema e ipertensione endocranica in caso di danno
al SNC.<o:p></o:p>
3) Modifiche vascolari<o:p></o:p>
Controllo del
flusso e attivazione circoli collaterali<o:p></o:p>
Il recupero di una funzione compromessa da un danno neurologico
comporta generalmente tre fenomeni:<o:p></o:p>
1)Un processo di disinibizione vale a dire la
ripresa delle normali attività metaboliche dei processi neuronali coinvolti,
precedentemente inibita.<o:p></o:p>
2)Fenomeni di rigenerazione dei sistemi neuronali
lesi<o:p></o:p>
3)Fenomeni di riorganizzazione più globale, vale a dire una
fisiologica redistribuzione di compiti al fine di sopperire ad un eventuale
danno funzionale.<o:p></o:p>
(Io che cerco immagini pertinenti per questo post)<o:p></o:p>
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Rigenerazione tissutale nel SNP<o:p></o:p>
Il sistema nervoso periferico ( o SNP),
a differenza di quello centrale, non può contare sulle sopracitate capacità di
plasticità, di conseguenza è provvisto di una discreta capacità di
rigenerazione.
In caso di danneggiamento, il moncone di un assone danneggiato può
propagarsi in più direzioni nello spazio, fino a ritrovare , se possibile, il
moncone prossimale, ed avviare così un processo di rigenerazione.<o:p></o:p>
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Danno nervoso, o insulto<o:p></o:p>
I nervi danneggiati, per un qualsiasi motivo, sviluppano una serie
di risposte di tipo sia degenerativo che rigenerativo.<o:p></o:p>
Il soma, o corpo cellulare, è solitamente localizzato in vicinanza
del midollo spinale, e in caso di danno tende a gonfiarsi,a diminuire la
produzione di neurotrasmettitore e ad aumentare quella di tubulina,
una proteina di trasporto normalmente presente nell'assone.<o:p></o:p>
Il metabolismo cellulare si modifica, in modo tale da prediligere
la produzione di fibre e costituenti necessarie alla rigenerazione.<o:p></o:p>
La parte distale del nervo (quella staccata dal corpo cellulare),
subisce un processo di degenerazione progressiva, chiamata processo
Walleriano, solitamente dopo solo una a o due ore dall’evento lesivo.
ll rivestimento mielinico e i nervi isolati vengono infatti
degradati dai macrofagi e dalle cellule di Schwann stesse, che a loro volta
proliferano e mantengono intatto il canale neurale completamente
svuotato dalle fibre assoniche recise.<o:p></o:p>
<o:p> </o:p>SE la lesione invece è troppo vicina al corpo cellulare( e di
conseguenza più vicina alla colonna), si assiste ad una degenerazione
retrograda, cioè che coinvolge anche il moncone prossimale.
<o:p> </o:p>
Rigenerazione di un nervo periferico<o:p></o:p>
Dopo alcuni giorni, il moncone prossimale di un assone interrotto
inizia un'azione di gemmazione, con emissione di cosiddetti "coni di
crescita", vale a dire estensioni chiamate anche fillipodia che
si espandono nell'area danneggiate al fine di trovare una cellula di Schwann, a
cui ancorarsi per iniziare una progressiva azione di rigenerazione, che
nell'uomo corrisponde a circa 1-4 millimetri al giorno di nuovo assone
generato.<o:p></o:p>
Da notare, tuttavia, che i coni di crescita non reagiscono se
incontrano il moncone distale del nervo leso, ma se incontrano una cellula di
Schwann.<o:p></o:p>
Il moncone distale come specificato sopra, non esiste più in
quanto andato incontro a degenerazione. Quello che permane è il canale neurale.<o:p></o:p>
DI conseguenza sarà necessario per ogni fibra assonica rigenerarsi
individualmente all’interno del canale neurale fino al ricongiungimento con il
proprio muscolo-bersaglio per tutta la lunghezza prima occupata dal
moncone distale<o:p></o:p>
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Riparazione chirurgica di un nervo danneggiato<o:p></o:p>
In assenza di un intervento umano, le possibilità di guarigione e
recupero della funzione compromessa di un nervo danneggiato è generalmente
minima, in quanto possono frapporsi ostacoli quali una degenerazione
retrograda, l'impossibilità dei fillipodia di trovare il moncone distale, sia
per una distanza eccessiva sia a causa della sovrapposizione di tessuto
connettivo cicatriziale.<o:p></o:p>
Fin dagli anni 60 sono state sperimentate avanzate tecniche
di microchirurgia che consistono del ricongiungimento di
monconi nervosi fascicolo per fascicolo, con l'impiego, alle volte, di un
microscopio in sala operatoria.<o:p></o:p>
Risulta essere pratica comune anche l'utilizzo di una tecnica
detta "di congelamento", vale a dire l'introduzione in situ di
una soluzione simile al citoplasma, prima di ripulire le due estremità,
riallinearle e suturare.<o:p></o:p>
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Un'altra soluzione è quella di usare "canali di guida",
vale a dire tubi di materiale polimerico contenenti fattori neurotrofici, che
creano un percorso diretto e guidato alla crescita di nuove fibre assonali,
senza che niente possa frapporsi.<o:p></o:p>
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Grazie a tutti per l'attenzione.<o:p></o:p>
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Fonti<o:p></o:p>
Appunti personali e materiale dal corso Valutazione Funzionale e
Riabilitazione Motoria del Politecnico di Milano<o:p></o:p>
Testo:M Nordin, V.H.Frankel: Basic Biomechanics of the
Musculoskeletal System, Lea & Febiger
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