Ride affascinato alla scoperta di un nuovo dubbio, che si insinua nella mente come un rito, penetra nei meandri della coscienza.Preludio inconfondibile di una nuova crisi.Non scriverà nulla neanche stanotte.O forse scriverà. Ma non ci crede più.Si aggira come un automa per il breve spazio dell'abbaino,concentrato nella ricerca di qualcosa che non troverà.Riordina i fogli manoscritti che giacciono un pò dappertutto e li contempla a lungo, senza pensare.Contengono una storia che non convince.Un ennesimo intreccio sbagliato.Il romanzo si snoda attraverso la figura di un noto intellettuale,che stringe amicizia con due personaggi della Milano dei margini: lei, famosa terrorista in perenne clandestinità; lui, pittore mai affermato che ora si occupa del quadro della propria esistenza, nel bianco e nero dell'alcool.L'obiettivo del protagonista è di penetrare a fondo nella psiche dei nuovi amici al fine di confutare, attraverso un saggio, i postulati morali della loro concezione del mondo.Ma lentamente, dopo numerosi incontri a tre, l'intellettuale avverte troppe incrinature nelle proprie convinzioni etiche:intuisce che tutta la sua attività culturale si è sviluppata sul filo segreto della menzogna,in contraddizione col suo credo più vero, e solo per avallare un ordine costituito.Quindi parte per una destinazione sconosciuta e di lui non si saprà più nulla.La donna sarà uccisa durante una rapina;il suo compagno, malato di cirrosi epatica, concluderà i suoi giorni con una pistola puntata nel mezzo della fronte.In breve, la storia vorrebbe raccontare che non c'è spazio per la coscienza autentica.Un pò scontato,come movente, sogghigna Luca, mentre continua a contemplare i suoi fogli.Che all'improvviso lancia contro il soffitto.E quando tutti sono tornati a far da tappeto sul pavimento, esplode in una fragorosa, interminabile risata.Poi rimane chino chino,i gomiti sul tavolo, le mani che avvolgono la testa.Scivola piano nel circuito freddo del vuoto.Sensazione di un ultimo addio che stenta a venire.Però verrà.Come ripiombare nell'incubo di un male nascosto, che ormai si credeva estirpato, ma la sua presenza era stata sospesa tutta la sua vita.Il suo essere è un oggetto dal significato ancora oscuro, legato alla resistenza di poche molle.Troppo tirate.Tra poco saranno spezzate tutte. A intervalli brevi.Ancora una volta il suo messaggio è ineffabile.O forse è il messaggio speciale che nessun autore riesce a comunicare, se non tra le righe.Ma è sempre illeggibile.Dunque nessun autore ha mai detto nulla: ogni lettore ha cercato di leggere in un'opera ciò che più o meno avrebbe voluto scrivere lui.Non l'ha scritto perchè non sapeva farlo.Ma si trattava di un alibi.Ora l'oggetto dalle molle spezzate è curvo su un tavolo e non ha più la forza per sollevarsi.Il sole è tramontato e lui neanche quest'oggi è riuscito a vederlo.